venerdì 7 dicembre 2007

19 maggio 2007, il primo mesociclone della stagione

Questo è il primo di una serie di post dedicati al racconto di alcune delle migliori giornate di caccia ai tornado che abbiamo vissuto nel Tornado Tour 2007.
Iniziamo con un piccolo mesociclone ci ha regalato grandi emozioni in Montana il 19 maggio.
Il viaggio è stato davvero interminabile. Abbiamo attraversato le lande più desolate di tutta l'America: dal Texas fino al Montana, passando per il Wyoming. Il paesaggio è espressione della più grande libertà di cui un uomo possa godere: interminabili spazi, sovraumani silenzi, cervi che corrono liberi nei prati, serpenti a sonagli liberi di insinuarsi tra le erbe, cani della prateria liberi di correre in un territorio sconfinato.
E' opportuno sottolineare che è davvero insolito e raro spingersi fino al Montana, lo stato a confine con il Canada, per fare dello storm chasing, sebbene in questo stato non manchino temporali forti e tornadici. La verità è che la zona migliore, rappresentata da Texas-Oklahoma-Kansas-Nebraska è distante davvero troppi chilometri dalle pianure del Montana e spesso non conviene allontanarsi così tanto per arrivare in quei territori.
Rimane il fatto che venivamo da giorni e giorni di caccie sicuramente entusiasmanti, ma prive di quel sapore "supercellulare e tornadico" che in realtà si cerca sempre di trovare. E devo ammettere che in questa circostanza per la prima volta i parametri stavano cominciando a migliorare e così ci siamo proposti di tentare di raggiungere il Montana coscienti del fatto che il viaggio sarebbe stato interminabile.

Lo Storm Prediction Center esponeva un "Slight Risk" sebbene negli ultimi aggiornamenti del modello NAM il flusso ai medi livelli sia stato appena marginale per eventuali supercelle, la convergenza di basso livello meno strenua che nei RUN precedenti e il getto di basso livello si era indebolito. Vedere le mappe cambiare in questo modo dopo avere persorso migliaia di kilometri è sempre difficile da accettare, ma sappiamo bene che lo storm chasing è fatto anche di momentanee frustrazioni, ma la natura è spesso in grado di ricompensere gli sforzi.


Il radar funzionava a tratti e bisognava cacciare secondo gli insegnamenti della vecchia scuola, cioè a vista. Nel primo pomeriggio finalmente la convezione è partiva e si era organizzata in maniera piuttosto high based (ossia con la base delle nubi piuttosto alta) e con poca "personalità", tanto che nei nostri occhi e di altri cacciatori temerari come noi presenti in zona si poteva leggere una cocente delusione.
Fortunatamente l'outflow di queste celle ha permesso l'incredibile e fulminea nascita di una linea di temporali estremamente stazionaria e dalle fattezze esplosive e color bianco intenso. Lo spettacolo della convezione che si è allora sviluppato è stato davvero bello ma si trattava pur sempre di una linea. Noi amiamo la supercellularità, l'isolamento dei temporali e gli inflow predominanti, non le linee e gli outflow.
Trattandosi di una linea di celle forti fuse assieme, le regole di caccia insegnano di portarsi sul versante anteriore della linea per poterne osservare l'avanzamento, ma una buona intuizione stava arrivando nelle nostre menti: la linea era piuttosto statica e non si poteva escludere che una cella più forte non potesse isolarsi nella sua porzione meridionale e così creare un inflow valido e potente. Con lo shear discreto di cui potevamo disporre valeva la pena tentare. La mia mente era frullata da milioni di idee che transitavano veloci. La decisione, nella frenesia del momento è stata quella di attendere, e questa poi si è rivelata la migliore.

Carovane di cacciatori ci superavano per portarsi nella posizione che noi avevamo rifiutato; è sempre dura prendere decisioni contro la maggioranza ma a posteriori la nostra scelta si è rivelata un'ottima intuizione. Infatti nella linea si stava delinenando una zona di inflow caldo ed umido e si isolava qualcosa di diverso dalla linea globale: presto si è potuto notare un abbassamento del livello di condensazione e la struttura ha iniziato ad assumere un andamento rotondo, circolare; in breve tempo ci siamo resi conto di essere di fronte ad un mesociclone, pienamente illuminato dal sole che ci offriva un contrasto di cui nessun altro a parte noi poteva godere.
Il mesociclone si è scolpito generando diversi fulmini dipinti di una colorazione azzurro intenso; alla sua base è spuntata un funnel cloud che sembrava organizzarsi. Ma dopo pochi minuti abbiamo iniziato a sentire delle raffiche di vento fresco, segno molto negativo per il rinforzo della struttura e per un ipotetico tornado. Abbiamo continuato a seguire la wall cloud per un certo periodo di tempo, quando poi abbiamo cominciato a notare la presenza sempre più consistente della pioggia sotto di essa segnalane che il tutto stava velocemente svanendo.


Poi quando lo spettacolo sembrava ormai essere giunto al termine, una nuova visione ci si è posta di fronte: un ridente e magnifico doppio arcobaleno completo, 180° da orizzonte ad orizzonte di colori intensissimi. Lo abbiamo prendiamo come un buon auspicio per le nostre future caccie. E così è stato; pochi giorni dopo infatti abbiamo avuto la possibilità di cacciare due meravigliose supercelle il 22 e 23 Maggio 2007.

Andrea Griffa con integrazioni di Gabriele Formentini