sabato 26 aprile 2008

26 aprile: Joshua Tree Park

Siamo atterrati a Yuma... ebbene si, in questo angolo remoto dell'Arizona al confine con il Messico e la California. Dopo lo scalo a Los Angeles, atterrare al tramonto in mezzo al deserto è un bella sensazione... anche passare da aerei grossi come il 747 ad un piccolo aereo con le eliche da 30 posti è una bella sensazione.
L'arrivo è al tramonto e l'atmosfera è calda, c'è tutta un'altra temperatura qui, si sente che fa già caldo. Dormiamo a casa di amici che ci riservano un'accoglienza con i fiocchi. Il nostro scalo qui è servito per recuperare tutte le attrezzature che abbiamo acquistato via internet.

Il giorno successivo abbiamo lasciamo Yuma, seppur con un pizzico di dispiacere (per dover lasciare subito i nostri amici) ed abbiamo iniziato la risalita dalla California dal basso. I prossimi giorni serviranno proprio per mettere a punto tutta la strumentazione e i collegamenti. Durante il primo giorno di viaggio on-the-road visitiamo il Joshua Tree Park che è un magnifico parco del sud della California che unisce in sè le due grandi tipologie di deserto presente nel sud-ovest. Il Mojave Desert e il Colorado Desert. La natura è veramente incredibile quando riesce a creare posti come questi.

Il lavoro tecnologico non è facile ed incontriamo dei problemi con alcune attrezzatura soprattutto con la connessione internet mobile che nei prossimi giorni dobbiamo assolutamente riuscire a risolvere. Nel frattempo vi postiamo un piccolo video fatto al Joshua Tree. Oggi continuano i tentativi... Clicca qui

mercoledì 23 aprile 2008

23 aprile. Lo staff inizia a trasferirsi negli States

Ormai ci siamo. I primi membri dello staff domattina all'alba partiranno alla volta degli States. L'arrivo è previsto per la notte (in Italia) tra giovedì e venerdì.
La nostra prima destinazione sarà Yuma in Arizona al confine con il Messico e la California, dove avremo la possibilità di racimolare tutta l'attrezzatura che nel corso della primavera abbiamo acquistato su internet e fatto recapitare da amici in questo assolato angolo d'America. Assolato... infatti sembra che ci aspettino dei bei 35 gradi almeno... altro che questa fresca primavera italiana (almeno per le regioni del Nord).
L'attrezzattura è parecchia e servirà soprattutto per riuscire ad avere la connessione internet mobile quasi ovunque e per trasmettere on-line sul sito web la maggior parte delle informazioni possibili. Nei giorni seguenti che ci separeranno dall'arrivo dell'intera "truppa" previsto per il giorno 1° maggio a Oklahoma City, avremo il tempo per approntare tutta la strumentazione tecnologica e scientifica e testarla on-the-road. Così nei giorni che seguiranno il 25 aprile già inizieremo a postare sul sito immagini, magari già qualche streaming video e dei commenti.
Non perdete l'occasione per seguirci anche in questo periodo di pre-riscaldamento.

Come ho detto, ci ritroveremo tutti assieme il 1° maggio sera a Oklahoma City.
Nel frattempo il resto dello staff è alle prese con dei modelli meteorologici che fanno un pò le bizze in questi ultimi due giorni. Passiamo da momenti esaltanti per situazioni promettenti a momenti di sconforto per possibili presenze di ampi promontori anticiclonici. Tutto questo a dimostrare che i modelli, in situazioni molto dinamiche, oltre un certo intervallo di previsione (5-7 giorni) hanno serie difficioltà ad individuare una strada comune. Non ci rimane altro che attendere ed incrociare le dita... poi quando verrà finalmente il momento che tutti aspettiamo da molti mesi a questa parte, l'importante sarà esserci... e noi saremo là e ce la giocheremo con tutte le nostre forze !

Gabriele

sabato 19 aprile 2008

Tutte le istruzioni su come seguire il Tornado Tour 2008 LIVE

Mancano ancora pochi giorni ! Alcuni membri di Thundestorms voleranno negli States già nei prossimi giorni per mettere a punto tutta la strumentazione scientifica e tecnologica. Nel frattempo abbiamo pensato di proporre a tutti i nostri lettori un piccolo promemoria da utilizzare per seguire al meglio e rigorosamente in diretta il Tornado Tour 2008.



Clicca qui per scaricare il pdf con tutte le istruzioni.

domenica 13 aprile 2008

Concluso il 4° corso per Cacciatori di Tornado di Faenza

Sabato 12 e domenica 13 aprile 2008 si è svolta a Faenza (RA) la quarta edizione del corso per "Osservatori di fenomeni meteorologici intensi e stormchasing". Sotto la sapiente regia del personale di MeteoRomagna, il corso ha visto la presenza di 35 partecipanti provenienti da tutta Italia, da Napoli alla Sardegna, dal Piemonte al Veneto.



Nella prima giornata sono stati affrontati gli argomenti base ed introduttivi per la comprensione dei fenomeni temporaleschi. Si è parlato quindi di moti convettivi, di instabilità, di fulmini, grandine, radiosondaggi e radar. Moltissime le fotografie e le immagini mostrate, che hanno permesso agli aspiranti cacciatori di familiarizzare con le varie tipologie di temporali e con tutte le forme e colori delle nuvole. Molte le domande e le curiosità soddisfatte dai relatori. Apprezzati tutti gli interventi dei relatori da Fulvio Stel (ARPA Friuli Venezia Giulia), a Marina Bernardi (CESI), da Alberto Gobbi (MNW) ad Andrea Griffa (Thunderstorm Team), da Pierluigi Randi (Meteoromagna) a Gabriele Formentini (ARPA Veneto).



La seconda giornata è stata incentrata sulla spiegazione dei fenomeni meteorologici intensi, i temporali più violenti. La conclusione dell'intenso corso è stata riservata alla parte più avvincente, di pura adrelanina, la caccia ai tornado con la visione di molti video di tornado e testimonianze. Al corso erano presenti anche tre partecipanti al prossimo Tornado Tour 2008, Roberta e Dario da Napoli e Valentina da Galliate (NO).



Un sentito grazie a tutti i collaboratori di MeteoRomagna che hanno dimostrato alta professionalità nella gestione impeccabile del corso, condito da ottimi coffee break e buffet. Ma un grazie ancor più grande a tutti i partecipanti, vicini e lontani, che con il loro entusiasmo, le loro domande, la loro curiosità e spontaneità ci hanno fatto capire che siamo sulla strada giusta. Continueremo ad organizzare corsi di formazione sui fenomeni meteo intensi, con sempre maggiore entusiasmo ed impegno, nell'obiettivo di diffondere la vera cultura meteorologica in Italia. Grazie a tutti.

Invitiamo tutti i partecipanti a lasciare i loro commenti sul Blog di Thunderstorms o nel sito di Meteonetwork nel thread dedicato al corso.
Un arrivederci al prossimo corso.

Ecco cosa ci aspetta negli USA ai primi di maggio

Allora mancano solo 20 giorni! So per esperienza che questi ultimi giorni prima della partenza sono un po' angoscianti. Ci si iniza a chiedere come andrà, che tempo farà, quanti tornado ci saranno, ecc... ovviamente si può dire ancora poco in dettaglio sulle condizioni che troveremo al nostro arrivo e sopratutto per i giorni seguenti, però possiamo fare un riassunto ed un quandro delle condizioni climatiche generali e poi magari azzardare qualche previsione.

Leggendo l'ultimo bollettino del Climate Prediction Center americano ci aspettiamo che nel mese di maggio continui il trend attuale con molte piogge che potranno portare a vere e prorprie alluvioni sia nella valle del Missuri che in quella del Mississisipi, anche lo stato del Colorado è a rischio dopo le eccessive nevicate invernali. Il Texas invece sarà uno stato che vedrà piogge sottomedia e temperature più alte della norma. Negli altri stati della Tornado Alley le temperature sono previste rimanere nelle medie del periodo. Più pioggie in primavera nella Alley significa più eventi temporaleschi del solito e quindi anche più tornado. Potremmo aspettarci quindi di andare a caccia più che altro in stati come Kansas, Sud e Nord Dakota, Iowa, Missuri ed anche Illinois e Tennessee.

Questo quadro è stato delineato dalla presenza di una forte Nina che ha pesantemente condizionato l'inverno americano portando una serie di atipici tornado outbreaks nei mesi di gennaio e febbraio. Il numero di tornado che sono stati segnalati da inizio anno è completamente fuori statistica (circa 500 contro una media degli ultimi anni di 200). Mai ne sono stati segnalati tanti tornado nei primi tre mesi dell'anno. Qesto però non deve far pensare per forza a una compensazione nei prossimi mesi, visto che statisticamente gli anni in cui è presente la Nina sono anni in cui il conto finale dei tornado è molto alto, diversamente da quelli con Nino. E' poi di solito sempre più probabile che un trend continui, piuttosto che si inverta; anche se in meteorologia, lo sappiamo, può succedere di tutto.

Per il mese di maggio e per i successivi, è previsto che la forte Nina si indebolisca. Questo non significa però che si passi a una condizione di Nino oppure ad una situazione neutra. Dovremo quindi andare a caccia ancora in un clima americano dominato dalla Nina. Nei 5 anni in cui sono stato la a caccia di tornado, non c'è mai stata traccia della nostra Nina. La curiosità di capire un po' cosa mi potesse aspettare mi ha portato ad andare a leggere alcuni documenti e alcune riflessioni scritte da cacciatori americani con molti anni di esperiena alle spalle. Così ho trovato che, nonostante la Nina porti un maggior numero di tornado e anche un maggior numero di outbreaks di tornado, diversi cacciatori non ne sono molto entusiasti. Questo per diversi fattori:

- durante la Nina la corrente a getto si sposta più a nord e questo significa non andare a caccia in terreni e scenari ideali per lo storm chasing, come tutte le alte pianure appena a est delle Montagne Rocciose ed anche la parte est del New Mexico, questo a favore di zone più densamente popolate, come le valli dei due principali fiumi americani o persino di stati più a est del Mississipi, dove gli alberi crescono fin troppo rigogliosi impedendo una buona visuale.

- durante la Nina gli stati a ovest e sud-ovest sono molto secchi e caldi. Questo porta a un maggior sviluppo di situazioni con dryline dove di solito l'atmosfera è cappata sino a tardo pomeriggio o sera. Sono quindi favoriti gli eventi notturni e o al limite del cap bust. In questo mese di aprile per esempio, escludendo l'ultimo evento che abbiamo avuto il 9 e 10, in tutte le altre situazioni la convezione decente c'è stata solo su dryline o sul fronte caldo, ma in questo caso di notte. A favore c'è da dire che una supercella sulla dryline è davvero spettacolare.

- durante la Nina come abbiamo detto si verificano di solito i tornado outbreaks più violenti e con più alto numero di tornado stessi. Questo significa però che perdere uno di questi eventi può voler dire perdere la miglior occasione della stagione. Andare a caccia in un grande outbreak è anche molto difficile in quanto i temporali si spostano molto velocemente e l'enorme numero di celle che si formano aumenta poi le probabilità di scegliere il temporale "sbagliato" e diminuisce la visibiltà. A favore però c'è il fatto che è più probabile che si possano avere tornado violenti e di lunga durata, F4-F5.

Per concludere con il discorso Nina, direi che ci troviamo davanti a un anno simile al 1999 in cui c'è stato il famoso F5 di Oklahoma City e che poi ha avuto un totale di oltre 300 tornado. Le aspettative non mi sembrano quindi affatto male. Anche se infatti potrebbe essere meglio trovarsi in una situzione neutra, magari di uscita da un debole Nino come nel 2003-04, è sempre meglio che avere un siccitoso nino come nel 2005-06.

Ora vediamo un po' cosa dicono invece le ultime carte in fatto di previsioni per i prossimi giorni: dopo la prima parte del mese molto attiva sembrava che dovesse esserci una lunga pausa, almeno 10-15 giorni, prima di rivedere il prossimo sistema depressionario nelle Great Plains. Questo però non accadrà. Ormai c'è un buon accordo tra i modelli per un sistema che porterà temporali a metà settimana prossima. Ancora da valutare l'intensità del peggioramento anche se per ora possiamo escludere l'outbreak. Gli spaghi poi ci parlano di un altro peggioramento, questa volta più intenso, dopo il 20 di aprile. Probabilmente verso il 22-24, anche questo io lo darei piuttosto probabile, poi delineano una bella pausa fino a fine mese.



Sperando che l'outbreak previsto, ma non ancora ovviamente sicuro, del 22-24 non si riveli "l'evento" topico di questa stagione, partendo il primo maggio sembra per ora che per noi le carte siano ottimali, cioè con una pausa di sever weather almeno fino al 30 aprile da cui poi ci si può in teoria aspettare solo l'inizio di nuova azione. Prendete queste mie affermazioni ovviamente con le pinze, in ogni caso da oggi in poi maggio iniza ad entrare nel range dei modelli e il divertimento e la suspance a guardare il fantameteo sono assicurati. Ecco le prime due carte interessanti con il peggioramento del 22-24 e la situazione a fine mese.



Fabio Giordano

3 aprile 2008, un tornado sull'isola di Zacinto

Nella giornata del 3 aprile 2008, la situazione sinottica vede un'area di alta pressione sulla penisola iberica e un promontorio anticiclonico esteso fino alle isole britanniche e al mare del nord. Tale promontorio si salda con l'alta pressione russa/scandinava. Un cut-off originato da un'ampia saccatura presente sull'Europa centrale tende a spostarsi sull Mediterraneo e sulle regioni meridionali europee. Alle alte quote è presente una jet-streak (un'area delimitata in seno alla corrente a getto dove la velocità del vento è massima) con asse disposto nella direzione nord-sud in spostamento dalla Germania verso il Mediterraneo.



In media troposfera alle ore 12UTC il cut-off ciclonico si presenta allungato in senso meridiano, con una spiccata curvatura ciclonica nella sua parte più meridionale. Sulla costa occidentale della Grecia, davanti all'asse di saccatura, il flusso diviene fortemente divergente massimizzando quindi sia l'avvezione di vorticità positiva che la divergenza in quota. Nei bassi strati sul Mediterraneo centro-orientale è presente aria calda e umida, mentre associato al cut-off ciclonico aria fredda sta invadendo la parte centrale del Mediterraneo dopo aver varcato la catena alpina. Sulla penisola iberica invece la massa d'aria calda si presenta stabile.



Grazie a questa configurazioe sinottica, sul Mar Egeo e sull'Adriatico meridionale, sono previsti rovesci e temporali. Il potenziale migliore per una convezione di tipo organizzato è presente nella porzione più meridionale della saccatura dove maggiore è lo shear verticale del vento. La previsione dell'Estofex per la giornata del 3 aprile indica "la possibile formazione di qualche mesociclone isolato in grado di produrre forti raffiche di vento, isolate grandinate anche con chicchi di grandi dimensioni e tornado". I principali fattori che possono limitare l'organizzazione della convezione sono i profili verticali del vento con uno shear direzionale non proprio marcato e limitati valori di shear nei livelli più bassi. Nella grafica relativa alla previsione realizzata nell'ambito dell'European Storm Forecast Experiment viene delimitata con il colore arancio (low coverage of severe weather) l'area geografica ove risultano più probabili i fenomeni intensi.

Diverse celle convettive si formano in tarda mattinata proprio a ridosso della costa occidentale greca, in prossimità dei vari gruppi di isole (Leukade, Cefalonia e Zante) e proprio all'interno dell'area arancione della previsione dell'Estofex. Il sistema convettivo che interessa l'isola più meridionale del gruppo, conosciuta anche come Zacinto, è sicuramente quello più interessante. Nelle immagini del canale visibile ad alta risoluzione (HRV) del satellite Meteosat-9, è ben visibile il temporale che ha dato origine ad un vero e proprio tornado. Anche se non abbiamo a disposizione le immagini radar necessarie per classificare con esattezza la tipologia di convezione, alcune caratteristiche che si possono individuare dalle animazioni delle immagini satellitari possono dare delle indicazioni sulla possibile natura supercellulare del temporale. Si tratta della forma dell'incudine che potrebbe tradire la presenza di un overshooting top e connessa v-notch (forma a boomerang evidenziata con contorno rosso) e della flanking-line, ben visibile ed indicata dalla freccia gialla.



La diffusione della rete internet e la disponibilità di strumenti di registrazione delle immagini con le videocamere e i telefonini di ultima generazione, permettono a diversi testimoni (sono almeno quattro i video che al momento sono stati pubblicati su YouTube) di riprendere quanto accade nell'isola di Zante. Si tratta di un vero e proprio tornado, con tanto di debris cloud, la nuvola di detriti sollevati da terra.

Grazie quindi alla pubblicazione su YouTube dei video, oggi abbiamo a disposizione delle preziose testimonianze relative ad un importante evento meteorologico che senza il contributo degli osservatori sul campo, ancora una volta sarebbe potuto passare inosservato. Nel primo video disponibile anche in alta risoluzione qui (18Mb), il tornado è ripreso in tutta la sua bellezza. Evidenti sono la rotazione dell'intera struttura alla base della wallcloud, la condensazione che in pochi secondi raggiunge il suolo, i vortici secondari e la nuvola di detriti (debris cloud).
Un consiglio a chi utilizza la videocamera: in presenza di soggetti lontani può essere opportuno mantenere il fuoco impostato su manuale e posizionato all'infinito (se la videocamera ha questa impostazione). In questo modo si possono evitare le spiacevoli sfocature che si possono avere quando viene utilizzato lo zoom e la scena risulta poco contrastata.

A metà del filmato si intravedono dei detriti che vengono trasportati nell'aria nel moto rotatorio attorno al mesociclone; molto spesso la presenza dei detriti visibili permette di capire quanto ampio può essere il vortice. Ricordiamo infatti che per tornado si intende "un vortice dal diametro tipicamente compreso tra pochi metri e pochi chilometri, che si estende tra la base di una nube convettiva e la superficie terrestre e che è reso visibile (ma non sempre) dalla condensazione del vapor acqueo o dalla presenza di altro materiale sollevato dalla superficie (detriti)". Nel caso del tornado di Zacinto la rotazione alla base del vortice sicuramente ha una base di diverse decine di metri.
Nella parte finale del filmato appaiono ben visibili due vortici secondari che ruotano attorno al centro del mesociclone, che tendono ad avvolgersi uno sull'altro. Fenomeno che viene riscontrato spesso e che è stato documentato anche nel tornado dell'Alpago (BL) del 9 luglio 2007.

Nel secondo video invece, anche se di qualità inferiore perchè realizzato molto probabilmente con un videofonino, il tornado è ripreso da una distanza inferiore e i particolari sono molto più evidenti. Il tornado viene ripreso nel video nella sua parte inferiore, la rotazione dei detriti attorno al mesociclone è evidentissima come anche il rumore provocato dall'impatto dei venti con le strutture al suolo. Nella seconda parte del video si può apprezzare invece come il vortice principale cambi repentinamente aspetto (avvolgendosi con ampie spire su se stesso) e consistenza, in funzione del terreno sopra il quale transita e della quantità di polvere che solleva. Altri video sono disponibili su YouTube.



Grazie alla testimonianza diretta dell'autore del video Vasilis Papadimitriou che mi ha contattato personalmente, si è appreso che una persona è rimasta ferita gravemente e ricoverata in ospedale nel tentativo di chiudere la propria autovettura. Le fotografie inviateci da Vasilis Papadimitriou e realizzate da un testimone dell'evento, mostrano chiaramente la dimensione dell'evento. Tutte le fotografie sono disponibili qui. Un'analisi dettagliata dei danni ben desumibili dalle testimonianze fotografiche permetteranno una corretta classificazione dell'intensità del tornado. Tra le molte fotografie disponibili colpiscono sicuramente alcuni scatti relativi ad una piccola autovettura che è stata chiaramente sollevata dalla sede stradale e scaraventata su un campo, quelle che mostrano una carrozza di treno o autobus rovesciato lateralmente, quelle dei capannoni seriamente danneggiati con la copertura strappata e le ampie finestrature completamente distrutte, oltre alle lamiere (cornicioni) accartocciate attorno agli alberi.



Quest'evento dimostra come la circolazione delle informazioni anche a livello internazionale possa veramente contribuire all'analisi, classificazione e valutazione degli eventi meteorologici intensi. Ancora una volta sottolineiamo l'importanza di inviare le proprie testimonianze alla comunità scientifica; chiunque fosse testimone di un evento importante può contattarci e inviare le proprie osservazioni. Grazie anche ai diversi report relativi a questo evento, abbiamo provveduto personalmente ad inserire il report di tornado nell'ESWD.

venerdì 4 aprile 2008

2 aprile 2008, temporali a multicella su Veneto e Friuli

La giornata del 2 aprile 2008 ha visto il debutto della convezione organizzata nel Nord Est italiano con due sistemi multicellulari che hanno percorso Friuli e Veneto a partire rispettivamente dalle Alpi Carniche e dalle Prealpi bellunesi giungendo fino alle zone di pianura.

Nella prima parte della mattinata le regioni nord orientali italiane si trovavano sotto una coltre di nubi alte che limitavano molto l’insolazione. Le prime schiarite connesse con l’arrivo del fronte a nord delle Alpi, si sono manifestate a partire dalle ore 09:30 UTC sulla linea di confine Italia-Austria in Friuli e rapidamente si sono estese verso sud, interessando dopo un’ora la pianura friulano e alle 11:00 UTC anche la parte orientale della pianura veneta. Alle 12:45 tutto il Veneto era ormai sgombro dalla nuvolosità stratiforme.

Sulle Alpi Carniche non appena la nuvolosità si è allontanata verso sud l’entrata dell’aria fredda in quota ha favorito la formazione dei primi cumulonembi che si sono presto organizzarti in un sistema multicellulare trasportato rapidamente dal flusso medio in quota verso la bassa pianura friulana.

Stessa sorte è toccata al settore prealpino veneto, con la formazione delle prime torri convettive alle 11:15UTC sulla Val Belluna. Nelle 3-4 ore successive la convezione si è ulteriormente rafforzata all’ingresso nella pianura veneta dove ha trovato aree prive di nuvolosità e riscaldate dal soleggiamento diurno fattori che hanno favorito lo sviluppo e potenziamento del sistema convettivo. La traiettoria di spostamento verso sud ha portato il sistema nella sua fase di espansione ad interessare le province di Treviso, la parte occidentale della provincia di Venezia, quella orientale di Padova e Rovigo per poi andare ad esaurirsi sulle zone orientali della Romagna.

Le analisi dei dati radar e satellitari unite alle testimonianze degli osservatori presenti sul campo hanno permesso di stabilire che si è trattato di un sistema convettivo a multicella, il primo serio livello di organizzazione della convezione.


Foto di: Head Not Found. Fonte: Forum Meteotriveneto

Grazie al contributo degli osservatori le cui testimonianze sono state riprese dai Forum di Meteonetwork e di Meteotriveneto, si è potuto verificare anche la caduta di piccoli chicchi di grandine (delle dimensioni di circa 1 cm al massimo) in diverse aree da Pordenone alla provincia di Rovigo (Adria), da Treviso alla provincia di Padova (Arzergrande) e Venezia (Campolongo Maggiore) assieme alle segnalazioni di raffiche di vento di una certa intensità, come poi confermato dai dati al suolo della rete ARPAV.

La buona qualità dell’aria nei bassi strati ha garantito ai cacciatori di temporali sul campo una visibilità tale da garantire delle fotografie all’insieme della struttura convettiva molto interessanti. La prima immagine che proponiamo è stata ripresa da una postazione privilegiata da parte un osservatore sull’Altopiano di Asiago: la fotografia mette ben in evidenza la struttura multicellulare del sistema convettivo.
Ma molte sono state le formazioni nuvolose che hanno caratterizzato il sistema multicellulare più importante, quello che ha interessato il Veneto; tra le più spettacolari sicuramente si sono apprezzate mammatus, knuckles, rovesci di pioggia e virghe.


Foto di: Benvenuto Righetto. Fonte: Forum di Meteonetwork

L’analisi del radiosondaggio di Udine delle ore 12UTC mostra ben evidenti i segnali dell’instabilità potenziale con valori di MUCAPE e SBCAPE intorno ai 670 J/Kg.

Lo shear è moderato, pari a 21 m/s nei primi 6 km di quota. Si tratta di un valore al limite dell’intervallo compreso tra i 10 e i 20 m/s, tipico dell’organizzazione multicellulare dei sistemi convettivi. Lo storm motion emerso dallo studio del radiosondaggio indica una direzione di spostamento verso SSE con una velocità di 26 nodi, valori consistenti con quanto osservato dagli strumenti di monitoraggio.



Le immagini del canale infrarosso 10.8 del satellite MET-9 mostrano che il top delle nubi alle ore 15:20UTC ha raggiunto temperature intorno ai -52, -54°C (valori rappresentati dai pixel di colore bianco). Tali temperature risultano perfettamente in accordo con i minimi valori di temperatura desumibili dal radiosondaggio, pari a circa -52°C. L’altezza dell’equilibrium level (EL) è posto alla quota di 8400 metri circa mentre il massimo sviluppo verticale delle torri convettive dovuta all’inerzia della spinta dell’updraft sopra l’EL è pari a circa 10.400 metri di quota. Si tratta di valori confermati anche dall'analisi tridimensionale dei dati radar di Teolo.

Nell’immagine del canale visibile ad alta risoluzione delle ore 15:00UTC è ben evidente la struttura convettiva con gli updraft principali in corrispondenza dei punti più bianchi con le piccole ombre proiettate sulla parte superiore dell’incudine.

Lo studio dei dati volumetrici del radar di Teolo mostrano la struttura multicellulare del sistema convettivo in transito sulla parte occidentale della provincia di Venezia. La sezione verticale tracciata lungo il segmento A-B evidenzia la presenza di almeno 4 torri convettive, con la cella più matura sulla sinistra, sul bordo avanzante del sistema multicellulare.



La fenomenologia più importante dell'evento è stato sicuramente il vento con le raffiche che hanno interessato non solo le aree direttamente sotto le torri convettive principali, ma anche zone distanti parecchie chilometri dalla base dei cumulonembi grazie all'intensità dell'outflow. I dati delle stazioni al suolo dell’ARPAV hanno misurato valori di raffica della velocità del vento (a 10 metri di altezza) pari a 76 km/h ad Adria e Valle Averto alle ore 16:04UTC e 15:45UTC rispettivamente. In diverse altre stazioni le raffiche hanno superato i 65 km/h.

Infine, prima di terminare questa breve analisi multisensoriale, proponiamo anche un'immagine del radiometro installato a Rovigo. Si tratta di un profilatore verticale di temperatura che rileva la temperatura attraverso la ricezione della radiazione emessa dall’ossigeno presente in atmosfera fino a quote di circa 1.000 m. E' ben evidente il brusco calo termico occorso con il passaggio del sistema convettivo presente a quasi tutte le quote del sondaggio con temperature che sono passate da valori superiori ai 20°C a valori di poco sopra i 10°C.



La stagione convettiva anche sulla parte orientale della Pianura Padana si può dire inaugurata degnamente !