domenica 25 maggio 2008

23 maggio – La caccia della vita, tornado a go-go

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McCook, si parte alle 11.30 sotto una fitta pioggia, dopo essere stati svegliati dai tuoni di un temporale. Non era mai successo fino ad ora, magari è di buon auspicio. Mentre mi alzo mi ricordo di un sogno nella notte… ci sono io che guardo fuori dalla finestra e vedo un tornado transitare davanti a me, impugno la videocamera ma non riesco a riprendere… chissà, magari anche questo è un segno…
Lasciamo il paese di McCook in Nebraska per riportarci in Kansas; lungo la strada incontriamo una fitta nebbia, dovuta alle precipitazioni notturne e al fronte caldo in avanzamento verso nord. Prima di raggiungere il paese di Oberlin avvistiamo i danni provocati da un tornado del giorno precedente. Si tratta di una casa isolata nella campagna, sedutasi sulle proprie fondamenta e di qualche detrito sparso nei campi.
Giunti a Colby facciamo una sosta al McDonald per un pranzo volante mentre già le prime celle prendono vita, una proprio sopra la nostra testa che scarica una breve grandinata con chicchi di piccola-media dimensione. Rientriamo nei VAN e ci muoviamo per Oakley, mentre con la connessione internet mobile controlliamo l’ultimo aggiornamento meteorologiche. La prima scelta che facciamo è quella di provare ad intercettare una cella che si trova ad una cinquantina di miglia a sud-est della nostra posizione, infatti dal radar sembra essere abbastanza promettente.
Il temporale in breve tempo si sviluppa in verticale e si ingrandisce orizzontalmente; i parametri meteo per oggi sono molto favorevoli e gli ingredienti per avere dei temporali “seri” ci sono tutti, occorre solo saper attendere e riuscire a posizionarsi correttamente rispetto alle celle in modo da poterle osservare in tutta sicurezza. Mentre percorriamo l’Interstate verso est cercando di portarci avanti rispetto alla direzione di movimento della cella, questa “esplode” (inizia a svilupparsi molto rapidamente ed a muoversi verso nord), mostrano subito dei connotati da supercella grazie allo shear del vento che è notevole: è proprio quello che stiamo cercando.


La supercella arriva da sud e purtroppo per noi non ci sono strade asfaltate che ci possono portare verso l’obiettivo, ci sono solo dei sterrati su cui ha già piovuto e che quindi non possiamo permetterci di percorrere con i VAN. Non possiamo correre alcun rischio, soprattutto perché siamo ancora all’inizio della giornata. Decidiamo quindi di attendere la supercella sull’Interstate, e ci muoviamo lentamente ritornando piano piano sui nostri passi, in modo tale da posizionarci all’interno dell’uncino mostrato dall’immagine radar. E’ una manovra di precisione, non si può sbagliare, occorre considerare la velocità e la direzione di avvicinamento della cella ed i dati sul nostro spostamento. Mano a mano che ci avviciniamo alla base del temporale e ne scorgiamo i dettagli, il paesaggio si fa sempre più cupo, le nubi sono basse, la luce del sole fa fatica a penetrare la fitta coltre di nubi che sta sopra le nostre teste. Ad un tratto, mentre guido il VAN di testa, volgo lo sguardo verso sinistra, dove avrebbe dovuto essere l’eventuale nube a muro… e scorgo in lontananza uno strano abbassamento della base dell’immenso cumulonembo, passano 10 secondi prima che avverta gli altri, perché non credo ai miei occhi, poi invito anche gli altri a guardare meglio. Passano ancora 10 secondi e ci accorgiamo che è proprio un tornado, deve essere grosso visto che lo distinguiamo in lontananza. Fermiamo i VAN sull’Interstate, il traffico è scarso, la corsia opposta viene bloccata dalla polizia.

Foto di Niccolò Ubalducci


Una volta scesi dai VAN l’emozione si impadronisce di noi… personalmente non avevo mai visto nulla di simile, si tratta di un tornado di grandi dimensioni, dalla forma di un scuro cono rovesciato illuminato da dietro, in fortissima rotazione con una nube di detriti già ben formata alla base. Quando inizio a riprendere la scena con la telecamera, non senza sentire un fremito che mi percorre tutto, percepisco anche una specie di sibilo in lontananza… sono le sirene anti-tornado. Mentre guardo lo schermo della telecamera, mi accorgo che il tornado non si sposta né a destra né a sinistra… anche se è ancora lontano però mi tremano un po’ le gambe, sta venendo verso di noi !
I minuti successivi sono caratterizzati da un’incredibile calma, nessuno fiata, nessuno osa pronunciare una parola di fronte ad un tale spettacolo della natura; la mia leggera inquietitudine passa non appena mi accorgo che il tornado inizia a muoversi verso sinistra, buon segno, siamo in una posizione abbastanza sicura, dobbiamo stare ancora attenti, ma abbiamo tutto il tempo per gustarci l’immenso spettacolo.
Foto di Gabriele Formentini


Sono le 16.29, il cono scuro si invortica su sé stesso, poi si solleva dal terreno, alcuni momenti più tardi spuntano altri due coni più sottili che toccano terra indipendentemente (sono due brevi touchdown), poi ancora il vortice sembra sollevarsi (anche se al suolo la circolazione tornadica è ancora presente). Il tornado attraversa l’Interstate, il traffico è bloccato e quasi in segno di rispetto viene data precedenza al nero vortice. E’ allora che percepisco quanto l’uomo può sentirsi veramente insignificante dinanzi a queste spettacolari manifestazioni della natura. La wall cloud è sopra le nostre teste e ruota paurosamente e mentre il tornado si allontana verso ovest, transitando dietro i nostri VAN, tocca di nuovo terra, questa volta ancor più largo e grosso, si tratta di un wedge (i tornado più forti, quelli che tutti i cacciatori di tornado sognano di avvistare).
Non facciamo in tempo a riprenderci dalle fortissime emozioni che ci ritroviamo a fare dietro front e ad iniziare la caccia ad un’altra supercella verso est. Ci muoviamo in direzione di Wakeneey con la stessa strategia di caccia adottata per la prima supercella. L’approccio avviene sempre da est, mentre il temporale risale da sud in direzione dell’autostrada. Oggi le supercelle si formano sulla dry-line disposta in direzione nord-sud mentre il fronte caldo va dal confine Colorado-Kansas fino al punto triplo, ed è disposto parallelo all’Intestate 70. Le supercelle quando attraversavano il fronte caldo diventavano tornadiche ed assumono una forma spettacolare forma ad uncino se osservate tramite le immagini radar.
Foto di Niccolò Ubalducci


Questa volta però il nostro avvicinamento viene interrotto dalla polizia che ci invita a fermarci e a non procedere oltre. La distanza comunque non ci impedisce di scorgere quello che è un tornado enorme alla nostra vista, ancora più largo del primo. Questa volta il VAN è posizionato in modo tale che il tornado transiti davanti a noi… cosicché la webcam riesce a riprendere tutta la scena e a trasmetterla sub web. E’ incredibile abbiamo la seconda supercella tornadica, per di più anche in streaming sul nostro sito internet… ogni sogno si realizza.
Quando la polizia riapre l’autostrada procediamo e un paio di miglia più avanti avvistiamo alcune ambulanze ed auto delle polizia ai bordi della nostra carreggiata. Rallentiamo e transitando a passo d’uomo ci rendiamo conto di cos’è successo. Il tornado passando sull’autostrada ha scaraventato una macchina fuori strada… l’auto è accartocciata e l’automobilista ferito è ancora all’interno... vedere quella macchina in quello stato ti fa capire quanta forza si possa sprigionare da un fenomeno naturale come questo.
Foto di Niccolò Ubalducci


A questo punto i tornado avvistati sono diventati quattro, più due brevi touchdown. Ma come si suol dire l’appetito vien mangiando… dopo aver intercettato le due supercelle nei pressi del paese di Quinter, decidiamo di provare ad avvicinare un’altra supercella tornadica isolata (e quindi con maggiori probabilità di sviluppare un tornado) verso sud. Per intercettarla dobbiamo però portarci ancora più ad est, percorriamo la Intestate 70 per alcune decina di miglia fino ad Ellis, dove decidiamo di provare a passare davanti al temporale verso sud per portarci nella posizione migliore.
Mentre attraversiamo il paese di Ellis, iniziano a suonare le sirene; nelle vie quasi deserte, il suono si fa assordante ed incute un po’ di timore in alcuni dei partecipanti. Purtroppo però la luce sta calando e le nubi molto basse rendono la visibilità scarsa; proseguiamo verso sud con l’intento di portarci sul bordo meridionale della supercella in modo tale da poterne vedere il mesociclone. Alla nostra destra, verso la supercella, ci sono delle precipitazioni davanti al mesociclone che viene quindi nascosto alla nostro vista.


Le immagini radar mostrano un uncino immenso, perfetto, con tanto di ricciolo completamente avvolto. L’idea di attraversare la cella nella parte meno intensa delle precipitazioni connesse con l’incudine deve però essere abbandonata perché il nucleo precipitativo è molto forte e la grandine sarebbe troppo grossa. La supercella è veramente grande, via radio e via internet viene segnalato un large tornado on the round (grande tornado al suolo). Mentre giriamo i VAN e decidiamo di ripiegare sulla cittadina di Ellis, il vento di inflow è forte, intorno ai 70 km/h sul mio anemometro. Ci sono altri cacciatori su questa cella, diverse volte accostiamo i VAN ai bordi della strada per scrutare alla nostra sinistra e vedere se riusciamo a scorgere la sagoma oscura del tornado che è sicuramente un altro wedge. All’improvviso, una raffica di vento particolarmente forte fa rovesciare e rotolare un silon in metallo (di circa 4 metri di altezza) in un campo ad alcune decine di metri da noi. E’ inutile rimanere in questa posizione oltre, per vedere il tornado occorre probabilmente avvicinarsi lungo uno sterrato verso ovest, ma è molto scuro, piove e il rischio non vale la candela. Per oggi ci possiamo accontentare, abbiamo visto tornado incredibili di grandi dimensioni e vissuto emozioni che sono andate oltre ogni nostra aspettativa. E’ stata la caccia della vita !

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mamma mia!! Da buon Italiano non posso che dire "mamma mia"!! Ho letto tutto d'un fiato tanta era l'attesa per questo ultimo reportage. Beh, ultimo, ora che tornate in Italia chissà qunte altre cose pubblicherete...

Però avete vissuto un'esperienza esaltante ed irripetibile. Si, certo, ci saranno altri tornado tour (immagino), ma il sapore di questi avvistamenti sarà sempre indimenticabile...

Vi ho seguito sin dal primo giorno di caccia e sono contento per come sia andata a finire...siete stati davvero bravi.

Se organizzerete qualcosa in Italia penso proprio che sarò dei vostri...

Ciao a tutti e grazie per le emozioni che ci avete regalato!!

Anonimo ha detto...

E' stata veramente la caccia della vita, un'emozione bellissima poter leggere queste righe e ancora di più pensare a voi mentre eravate lì dinanzi a questo mostro della natura: il TORNADOOO!
Soltanto una gran passione, professionalità e corretta analisi dei rischi ha potuto portare a questo vostro immenso successo. Un applauso e un saluto a tutti!

Anonimo ha detto...

Fantastico ragazzi. Sono molto contento per voi, che dopo tante fatiche, siete finalmente riusciti ad intercettare non uno solo, ma più tornado nello stesso giorno. Scommetto che deve essere stata una emozione fortissima.
Come vi invidio!!!!!!!!!!!!!!!!!

Complimenti vivissimi a tutto il thunderstorm team.

Anonimo ha detto...

Semplicemente meraviglioso... Ho convinto la mia ragazza, a Maggio 2010 saremo con voi per il nostro viaggio di nozze. Un caro saluto ai nostri Tornado Chasers!!!

Anonimo ha detto...

Ad Alex Guarini: per favore portatevi il vestito nunziale cosi'combiniamo un "Wedding under the Thunder" e facciamo vedere agli Stormchasers mondiali come sono originali e coraggiosi gli Italiani.
Sara' cosi' eccitante seguire un tornado che vi dimenticherete della Honeymoon ve lo giuro!!

Sposa bagnata,sposa fortunata!

AUGURI RAGAZZI!
GDE©

Anonimo ha detto...

Ho visto i video inseriti sul sito, sono una favolaaaaaa