La situazione meteorologica per la giornata odierna purtroppo vede la convezione ormai lontana e irraggiungibile, nella parte orientale della Louisiana e addirittura sul golfo del Messico, pertanto per noi non vi sono possibilità di caccia. Dopo una sveglia “rilassata” ed un’oretta di shopping e rifornimento per cibo e bevande in un Wal-Mart, decidiamo di tornare verso ovest per raggiungere domani nel pomeriggio l’Oklahoma occidentale, dove è prevista una situazione meteo interessante per il 6 e 7 maggio.
Dopo aver nuovamente attraversato il confine tra Mississippi e Tennessee e aver ammirato gli alti edifici di Memphis, puntiamo su Earle in Arkansas, un paesino devastato ieri da uno dei tanti tornado che si sono abbattuti sullo stato. Prima di entrare in paese, sulla strada principale, veniamo subito colpiti nel vedere un magazzino completamente scoperchiato e parzialmente distrutto. Impressionanti le pareti di una parte dell’edificio completamente piegate dalla forza del vento. Tutt’attorno una notevole quantità di detriti nei campi circostanti, un’automobile semidistrutta in un fosso a bordo strada con all’interno tracce di sangue e un’altra automobile lanciata a distanza e capovolta nel campo al là della strada. Proseguiamo e troviamo un blocco di polizia; anche questa volta qualificandoci come stormchasers otteniamo di poter passare per documentare i danni che il tornado ha prodotto nella piccola cittadina. Anzi, lo sceriffo della contea si offre di salire in uno dei nostri VAN e di guidarci attraverso le strade di Earle, dove tutti gli abitanti e numerose squadre di operai sono intenti alla rimozione dei detriti, al taglio degli alberi caduti e al recupero degli effetti personali sparsi qui e là.
Foto di Niccolò Ubalducci
Molte case sono completamente distrutte: una signora di origine orientale ci mostra quel che resta della sua casa accogliendoci gentilmente con un “Welcome to my home”, di cui in realtà si possono vedere solo le macerie.
Un altro abitante di Earle ci mostra un buco nel soffitto del garage della sua casa: a lui invece è andata abbastanza bene. Non solo gli edifici in legno ma anche quelli in muratura sono in macerie, e questo dimostra che l’intensità del tornado è stata almeno EF2. E così via ci guardiamo intorno: distrutta la scuola, detriti in quantità, pali della luce abbattuti, tubature dell’acqua rotte che ci “lavano” i VAN, sui prati sono sparse tra i detriti anche scarpe, bambole, pupazzi di peluche…
Ma su tutta questa devastazione svetta sempre la bandiera americana, bella alta, segno di un popolo che si risolleva sempre, nonostante le avversità.
E’ incredibile come in una situazione di emergenza con le squadre di soccorso, tutti mantengano la calma e gli abitanti nonostante tutto si dimostrino estremamente gentili e disponibili nei nostri confronti; riusciamo a girare con i mezzi per tutte le stradine e a documentare con foto e video i dettagli.
Un poliziotto ci mostra un video del tornado girato con la videocamera del suo cellulare: noi guardiamo interessati, riprendiamo il tutto e lui ci promette di inviarci il materiale via mail… un grazie allo sceriffo Robert Fincher ed al collega Josh Tackett !
Foto di Mario Bucolo
Lasciamo Earle e proseguiamo verso ovest, fermandoci per uno spuntino all’immancabile Subway: la nostra meta è il paese di Damascus…
Ci arriviamo al tramonto e anche qui la desolazione ci colpisce all’improvviso sulla strada principale. A sinistra la prima cosa che vediamo è la chiesa, distrutta per metà, poi subito dopo da entrambi i lati della strada le case distrutte, con ancora del fumo che si innalza da qualche cumulo di macerie. Le luci del tramonto ci fanno apprezzare dei particolari che ci lasciano sempre con l’amaro in bocca… un carrello porta abiti dove le persone stanno recuperando i vestiti, un cane che si aggira tra quel che resta della sua casa, quello che era probabilmente un deposito ben più solido delle case in legno, completamente destabilizzato dalle fondamenta e inclinato di lato vicino ad un’autocisterna rovesciata su un lato. Guardiamo sull’altro lato della strada e c’è una macchina completamente accartocciata… camminiamo sul ciglio della strada e vediamo una forchetta attorcigliata su se stessa e conficcata nel terreno, le lamiere di copertura di qualche edificio avvolte come carta pesta sugli alberi…
Scende la sera, ci allontaniamo riportandoci sulla strada verso Fort Smith dove è previsto il pernottamento. Ci fermiamo per la cena alla Brangus Steakhouse, dove ci accolgono come stranieri venuti da lontano (probabilmente ai loro occhi anche da un altro pianeta…). Le ragazze del locale sono simpatiche, qualcuno cerca un approccio, beviamo coca-cola dentro i barattoli delle marmellate, e dopo esserci rifocillati con delle ottime bistecche alle 22 circa gentilmente veniamo fatti uscire… da queste parti si fa a dormire presto…
Foto di Niccolò Ubalducci
Un ultimo aneddoto prima di lasciarvi, alla nostra domanda di una birra per fare festa assieme ci viene risposto che in questo posto “They don’t have parties, they have babies and are hillybillies”: in pratica non fanno festa, ma fanno bambini e vengono giù dai monti, o qualcosa di simile.
Silvia
domenica 4 maggio 2008
3 maggio – Ricognizione dei danni
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7 commenti:
Altra bellissima giornata, un pò meno per i cittadini colpiti dal tornado, purtroppo.
Ciao ragazzi,anche oggi sono riuscita a guardare le vostre imprese ed ho potuto vedere le incredibili immagini di quel che resta dopo il passaggio di un Tornado, tanta desolazione e tanta tristezza per quelle persone che hanno perso tutto ma non la voglia di ricominciare, penso che ritornerete carichi di emozioni, a presto, e buona caccia,
Cristina
Bellissimo racconto ragazzi,sono dispiaciuto per le persone colpite dai tornado,ma vedo che la gente americana sia molto forte ad affrontare le situazioni difficili,cmq ottimo lavoro,peccato che nn siete riusciti ancora a cacciare.
Ma la webcam non funziona??perche vedo che non va mai?
Mahhhh...qui nel van meteo il buon Fabio sta facendo suonare solo musica trans...e qualcosa...aiutoooooo salvateciiiiiiii voi del van techno!!!
Ziobirbo...Vuoi vedere che ero io che portavo sfiga???
Fabio, non ti ingolfare di quei terribili coccodrilli di gelatina tutto il giorno!
hillbilly significa libellula se non sbaglio
no mi son confuso, significa campagnolo in pratica...ma deve esserci un motivo per cui ho detto libellula solo che adesso devo trovarlo !
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