domenica 27 maggio 2007

Day 20 – Il rientro ad Oklahoma City

Giornata che si apre sotto un cielo costellati da stratocumuli, il cielo sembra intristirsi, un po’ come noi… questo grandissimo tour sta volgendo al termine, siamo tutti un po’ mesti, ma penso che tutti, dentro di sé, siano soddisfatti e felici per quello che hanno avuto la possibilità di vedere e vivere sulla propria pelle.
Ripartiamo da Amarillo alla volta di Oklahoma City, dove alloggeremo per l’ultima notte al Ramada, vicino all’aeroporto. Ci attendono le ultime 280 miglia, una bazzecola rispetto alle 8440 miglia percorse in questi giorni, in pratica oltre 13.000 chilometri !
Per concludere in bellezza non ci resta che una succulenta cena dal mitico Red Lobster.

Siamo molto soddisfatti di come siano andate le cose, un’organizzazione ed un tour che hanno funzionato. Ci sono ottime prospettive quindi per ripetere l’esperienza il prossimo anno.
Abbiamo già in cantiere diverse idee che potrebbero rendere ancora più performante il tour… abbiamo davanti a noi diversi mesi per organizzare al meglio la spedizione del 2008 e magari con il supporto di qualche sponsor potremmo dotare i mezzi di altre strumentazioni ed accorgimenti tecnici che potranno rendere l’esperienza ancor più bella, sia per colori i quali la potranno vivere in prima persona, sia per coloro che, attraverso questo blog, ci vorranno seguire virtualmente.
Gabriele

venerdì 25 maggio 2007

Day 19 - Texas Far West

Ci svegliamo con calma ed alcuni fanno colazione dal mitico Danny’s. Oggi giornata di riposo, la caccia ormai per quest’anno è finita… decidiamo di starcene in città per visitare Amarillo. Tuttavia optiamo per cambiare albergo, puntando sul Days Inn che è uno dei migliori della catena; infatti si rivela uno dei più belli in cui abbiamo alloggiato.
Il gruppo si divide, perché c’è chi ha voglia di riposarsi, chi di andare a fare acquisti in un negozio di elettronica mentre altri desiderano visitare il Palo Duro Canyon State Park e il downtown cittadino. Ci ritroveremo per cena… i programmi per la sera sono ben definiti: oggi si mangia al famosissimo Big Texan Steak Ranch, un’istituzione dal 1960 !
Con il VAN io, Silvia, Giulio e Luigi ci mettiamo in macchina alla volta di quello che è il secondo più grande canyon degli Stati Uniti. In effetti la visita è molto appagante, un anello di 18 miglia da percorrere in automobile con diverse soste su punti panoramici e qualche piccola passeggiata ci danno la possibilità di ammirare da vicino quest’altro spettacolo della Natura. Un piccolo museo ci illustra la storia geologica del canyon, i ritrovamenti di animali, e la storia dei nativi che lo abitavano fino alla fine degli anni 80 del XIX secolo, prima di essere sconfitti dalle truppe americane.

La strada che scende nel canyon e ne percorre il fondo si snoda tra tantissimi fiori gialli e arancio, gli effetti delle forti precipitazioni di ieri sono evidenti negli attraversamenti del fiumiciattolo che scorre sul fondo del canyon. In alcuni punti il fango è stato rimosso da poco, ad un attraversamento dobbiamo guadare senza problemi 20-30 centimetri di acqua.
Giulio fa l’esploratore, illustrando ai sopravissuti rocce e pietre, la Silvia vede un bel serpente accomodato su delle rocce…
Lasciato il canyon ci portiamo verso il centro città di Amarillo. Lungo la strada decidiamo di passare a prenotare il tavolo per la cena al Big Texan e scopriamo con piacere che c’è la possibilità di essere accompagnati da e per l’albergo in limousine, un’occasione imperdibile… Silvia telefona e prenota subito il pick-up con due limousine !

La meta in città è il Jacinto District, la parte più vecchia di Amarillo, dove si possono vedere ancora le tracce della mitica Route 66, che da Chicago portava alla West Coast. Il tratto di strada che qui percorre il centro città è costeggiata da negozietti che risalgono agli anni ’20 dove quasi tutti vendono articoli di antiquariato di ogni genere.
Ci ricongiungiamo in albergo agli altri ed attendiamo i nostri autisti tipicamente texani con cappello, stivali e cintura “di ordinanza” che puntualmente arrivano con due limousine con tanto di lunghissime corna sul cofano.
Ci godiamo il breve viaggio spaparanzati sugli abbondanti sedili posteriori e scattiamo foto ricordo.

Il Big Texan ci accoglie nella sua incredibile atmosfera texana. Tutto il locale è costellato sulla balconata superiore di immensi trofei di caccia, dai bufali, ai cervi e alle alci. Cameriere in succinto costume da saloon attirano l’attenzione dei ragazzi… sul tavolone in mezzo al locale un corposo giovanotto sta tentando di mangiare la mitica bistecca da 72 once (2 kg di carne oltre al cocktail di scampi, patate al forno, insalata, dinner roll e bevande). Il locale è famoso proprio per questo… se si riesce a finire in sessanta minuti tutte le portate il pranzo viene offerto, altrimenti sono 50 bigliettoni. Dal 1960, data di apertura del Big Texan, poco più di 8800 persone sono entrate nell’albo d’oro, di cui si possono vedere gli ultimi arrivati su una bacheca all’ingresso.

Ceniamo a base di bisteccone, contorni vari e birre con la musica western di un duo di vecchietti tutto da vedere. Il tempo scorre in una piacevole atmosfera da saloon… che spasso !
Scattiamo foto di rito sul trono riservato ai vincitori della colossale mangiata e, felici, rientriamo in hotel riaccompagnati nelle limousine.
Gabriele e Silvia

Day 18 - Monster HP Supercell

Ci svegliamo a Dodge City, facciamo colazione on the road, chi al distributore di benzina Conoco, chi al bar, chi si arrangia con le scorte di viveri in auto. Dopo la grande giornata di ieri, in cui sembra si siano realizzati tutti i nostri desideri, c’è un’atmosfera di tranquillità nonostante la situazione sinottica prometta qualcosa di molto buono anche oggi.
In pratica abbiamo lo stesso setup di ieri con il fronte freddo che si sposta lentamente verso sud-est. I venti in quota oggi sono migliori mentre sembra che il low level jet sia più debole di ieri. Studiata la situazione, la decisione è quella di posizionarsi sul triple-point (il punto triplo dove si incontrano il fronte freddo e quello caldo), individuato in una zona a nord di Pampa nella Texas Panhandle. Lo Storm Prediction Center nella previsione del giorno (Convective Outlook Day 1), posiziona un Moderate Risk proprio per sulla nostra target area e nel primo pomeriggio pubblica una PDS (Particolar Dangerous Situation) connessa alla Tornado Watch sulla nostra area, cosa che ci dà conforto sulla nostra scelta.
Partiamo verso sud/ovest percorrendo l’area sud/occidentale del Kansas, attraversiamo l’Oklahoma Panhandle per un breve tratto, fermandoci per pranzo a Guymon da Mc Donald.
Ultimi controlli alle immagini da satellite e via di nuovo in direzione di Pampa. Varchiamo il confine con il Texas e mentre percorriamo l’highway in direzione di Perryton i primi imponenti cumuli iniziamo a svilupparsi lungo la linea del fronte.
La convezione parte abbastanza presto oggi, sono solo le tre del pomeriggio, questo fa presagire una lunga giornata di caccia… al Wx le celle in sviluppo sembrano essere quattro, decidiamo di cacciare la più meridionale, purtroppo però non c’è una grande scelta di strade, sono poche e spesso si tagliano in obliquo, invece del comodissimo reticolato nord-sud/ovest-est proprio di altre zone.

Scegliamo di attraverso marginalmente la cella sotto una pioggia battente, fittissima, spinta obliquamente da un bel vento. La scelta però si rivela ottima, infatti appena usciamo dall’area delle precipitazioni si staglia davanti a noi una wall cloud imponente che ci lascia senza fiato. Le nubi sono bassissime, sembrano toccare terra e le nostre speranze di vedere un altro tornado si accendono nuovamente.
Seguiamo la supercella mentre si sposta lentamente verso nord/est, purtroppo però si trasforma abbastanza presto in una HP (High Precipitation Supercell) che rende difficoltosa l’eventuale individuazione del vortice. In questi momenti incontriamo una marea di cacciatori, tutti i tour più importanti sono sullo stesso nostro target, alcune emittenti televisive con l’elicottero e tutta la carovana del Doppler on Wheel.
Un agricoltore della zona, con un furgone scassato e un’enorme balla di fieno sul cassone, si ferma per imprecare contro i cacciatori, non capisce come possano esserci delle persone che inseguono i temporali…

L’atmosfera anche qui è bellissima, viviamo grandi emozioni, siamo tutti in trepida attesa. Non piove ma c’è un RFD (Rear Forward Downdraft) piuttosto fresco, indossiamo tutti le felpe o le giacche a vento; le celle continuano a rigenerarsi sulle stesse zone, diversi mesocicloni si rafforzano e si occludono in successione. Mentre siamo fermi accanto al Doppler, un funnel piuttosto corposo scende dalla wall cloud ed si intravede la circolazione al suolo. Il giorno successivo apprendiamo che viene segnalato come tornado sulla pagina degli Storm Reports dello SPC.

Ci spostiamo ancora in un’altra posizione; da qui non vi è una buona alternativa per posizionarci sotto al mesociclone ed inoltre la presenza della pioggia e del vento non garantisce un’ottima visibilità della wall cloud. Decidiamo quindi di carovanare (seguire la carovana) il Doppler per fare un core punch (attraversare l’area di forti precipitazioni) e posizionarci più ad est per apprezzare la struttura del mesociclone da un punto più distante. Quando si caccia una supercella c’è sempre una duplice scelta: o stare sotto al meso per poter vedere da vicino l’eventuale tornado o stare in una posizione più defilata ma poter ammirare così la supercella in tutta la sua struttura.

Nel tragitto attraversiamo alcuni nuclei grandinigeni e sebbene questa volta la grandine sia meno fitta del giorno prima, i chicchi sono più generosi, intorno ai 3-4 centimetri. Il giorno successivo controllando le auto, ci accorgiamo di alcune belle bozze sulle carrozzerie, conferma che i chicchi più grossi sono stati intorno ai 5 centimetri di diametro.
Il mesociclone diventa qualcosa di enorme, assumendo il classico aspetto della medusa caratteristica propria delle supercelle HP. Nel crepuscolo, rimaniamo a bocca aperta davanti a tanta magnificenza.
Il Wx mostra che a sud/ovest della prima supercella si è generata un’altra supercella HP. E’ buio, decidiamo di riposizionarci per seguire la nuova nata, e ci ritroviamo a percorrere strade già fatte, stiamo girovagando sempre nell’estremità nord/orientale della Texas Panhandle.
Sostiamo in una posizione sicura ed “asciutta” per fotografare i fulmini ed il mesociclone illuminato dai lampi che hanno una frequenza impossibile da stimare, a tratti appaiono anche i rari (per i temporali italiani) fulmini detti “crawler” (fulmini che illuminano l’incudine posteriore che sembrano delle ramificazioni di un albero rivolte verso l’alto).

Il vento di inflow è potentissimo, ancora maggiore di quello del giorno prima, sicuramente intorno ai 100 km/h. E’ una cosa incredibile rendersi conto di cosa possa essere in grado di generare Madre Natura; sentire un vento così forte ci fa pensare alle straordinarie correnti ascensionali presenti dentro al mesociclone… le raffiche sono così potenti che ad un tratto fanno cadere anche i robusti cavalletti di Andrea e Fabio (procurando lievi danni alla macchina fotografica e alla videocamera). Il giorno dopo apprendiamo, da un report di un altro cacciatore presente su una strada più a nord, che un tornado multi vortex si era formato proprio in quel momento. Il Wx mostrava uno shear di 123 miglia all’ora, il valore più alto da noi visto in tutti i giorni di caccia. Dal sito dello SPC veniamo a sapere che il tornado ha abbattuto alcuni pali delle linea elettrica ma ha colpito per fortuna aree non abitate.
Anche oggi una bellissima giornata di caccia… in pratica possiamo dire di essere stati testimoni di due mostruose supercelle tornadiche !
La giornata si conclude con lo spostamento finale verso Pampa prima ed Amarillo poi, alla ricerca del posto per la notte che troviamo all’hotel Howard Johnson di Amarillo. Io e la Silvia trattiamo il prezzo e otteniamo lo sconto, ultimamente la trattativa va sempre a buon fine…
Gabriele e Fabio

mercoledì 23 maggio 2007

Day 17 - Tornado

Ci svegliamo con calma, per permettere ai nostri cervelloni di elaborare un target preciso per la giornata odierna. Ieri ci siamo ben posizionati, cosicché non dovremo fare grandi spostamenti e ci manteniamo freschi e lucidi per la caccia.
I modelli del mattino continuano ad oscillare e posizionano l’area a maggiore potenzialità una volta a sud del Kansas e quella successiva a nord/ovest… decidiamo di spostarci verso est percorrendo la I-70 e poi a sud. La situazione sinottica vede una bassa pressione posizionata nel sud/est del Colorado con un fronte freddo che si estende da Kansas occidentale fino al centro/ovest del Nebraska. La saccatura in quota non è ancora entrata in Kansas ed inoltre non c’è una perfetta sovrapposizione del low level jet con i venti in quota. Le temperature di dewpoint sono intorno ai 60 F. Per lo Storm Prediction Center i primi temporali si formeranno in Colorado mentre la localizzazione dei temporali in Kansas è ancora incerta. Comunque il getto di medio livello che si sta avvicinando da ovest dovrebbe favorire lo sviluppo di qualche supercella già nel pomeriggio.
Ci fermiamo per pranzare a Scott City da Subway, dove sono più abituati a vedere cacciatori di tornado rispetto ad altre zone. Infatti ci dicono di aver visto già altri gruppi europei ma di italiani ancora non ne avevano conosciuti. Fermi per pranzare utilizziamo la connessione wireless e ancora una volta vediamo che l’ultimo run di ETA muove nuovamente l’area a maggiore rischio verso nord. Stiamo per decidere di ritornare sui nostri passi, quando passa la carovana del Doppler on Wheel completa di TIV.

E’ una conferma che l’area giusta è verso nord. Guidiamo con il Wx ancora “pulito”, ossia senza alcun segnale di precipitazione; Ciccio e Andrea fiutano l’aria e tengono lo sguardo fuori dal finestrino sui cumuli che costellano il cielo. Decidiamo di piegare verso nord/est. Passano pochi minuti che un cumulo inizia a svilupparsi più degli altri, siamo sull’estremità meridionale dell’area interessata dai cumuli più imponenti. La cella inizia ad organizzarsi tra le prime gocce che cadono dal cielo, assumendo l’aspetto di multicella. La base è troppo alta, questo ci preoccupa un po’, ma sapendo che sarebbe andata a nord, nella zona con la presenza di maggiore shear, rimaniamo fiduciosi e continuiamo a seguirla da vicino.
Uno degli updraft inizia a ruotare e si forma la wall cloud e subito il Wx mostra la tornado warning per la “nostra” contea. Riusciamo a raggiungere la I-70 e mentre la percorriamo il mesociclone si occlude ma subito dopo il Wx ci mostra la formazione di un secondo mesociclone posteriormente al primo. Lasciamo l’Interstate per imbucare una strada verso nord che ci avvicina alla supercella che nel frattempo assume una struttura da LP (Low Precipitation).
Mentre continuiamo ad osservarla anche il secondo mesociclone si occlude ma subito se ne forma un altro che porta la struttura ad assumere l’aspetto di una supercella classica.

Il vento di inflow richiamato dalla supercella è potente, le raffiche sono sicuramente superiori agli 80 km/h ed è spettacolare, a momenti riesce perfino a sbilanciarci anche se siamo fermi in piedi, incredibile.
L’emozione sale, siamo tutti un po’ tesi perché oramai ci siamo, la supercella è quella buona, ancora una volta il gruppo è sotto la cella migliore… sembra quasi impossibile, manca solo che condensi la nube ad imbuto… ed infatti dalla wall cloud ad un tratto si abbassa un bel cono che nel giro di qualche decina di secondi si fa più evidente e, sebbene la nostra posizione non goda di grandi contrasti, ci permette comunque di apprezzare completamente la maestosa struttura della supercella con l’imponente scalino della wall cloud. E’ fatta, ormai il tornado tocca terra, siamo tutti super contenti, qualche grido di gioia spezza il rumore delle raffiche del vento… tempo di scattare foto e riprendere con le videocamere che nel giro di qualche minuto il vortice si risolleva e si estingue.
Ce l’abbiamo fatta !!!! Abbiamo visto il nostro primo tornado !!!
Risaliamo in macchina e ci portiamo più a nord per seguire ancora per qualche minuto la cella, e ci imbattiamo in una fila lunghissima di macchine di cacciatori, luci lampeggianti, automezzi attrezzati con le cose più strane, nubi basse… che emozioni ragazzi… sembra di essere al centro del mondo dei cacciatori… passano alcuni secondi e transita la carovana del Doppler on Wheel, ormai tocchiamo il cielo con un dito. Personalmente, dal punto di vista meteorologico, è la giornata più bella che io abbia mai vissuto.

Giriamo le macchine per agganciare il DOW che dopo poche miglia si ferma al lato della strada, così facciamo anche noi. E’ un’occasione imperdibile per ammirare da vicino tutte le macchine e i personaggi che gravitano attorno alla carovana del Center for Severe Weather Research. Finalmente ho l’opportunità di toccare con mano il DOW3 con Joshua Wurman davanti agli schermi del radar che sta scansionando il temporale. Anche il TIV (Tornado Intercept Vehicle), il veicolo corazzato di attacco al tornado realizzato da dei ragazzi della California, è parcheggiato pochi metri indietro. Subito sbucano fuori dai veicoli personaggi con elmetti e telecamere e riprendono tutte la scena. All’improvviso ce li troviamo addosso che intervistano prima il nostro Giulio e poi il sottoscritto; non perdo l’occasione per dire che siamo il primo storm tour italiano e gli mostro con orgoglio gli adesivi sulle nostre macchine.

Sono momenti di incredibile felicità per me… non riesco a credere ai miei occhi…
Passano alcuni minuti ed inizia a grandinare, risaliamo tutti in macchina e ci allontaniamo, la grandine che martella il furgone fa un rumore assordante, è impossibile parlarsi, i chicchi non sono grandissimi, circa un paio di centimetri, ma in quantità abbondante. Ci fermiamo ad un distributore per rifornire e poi riprendiamo la caccia per cercare di raggiungere un’altra cella che mostra una buona eco sul Wx. Purtroppo però non riusciamo a raggiungerla in tempo per l’intercettazione; ormai il sole è tramontato, decidiamo di iniziare a spostarci verso sud per cercare un alloggio per la sera. Nello spostamento verso Dodge City, abbiamo l’opportunità di ammirare uno spettacolo di fulmini nube-nube con una frequenza spettacolare, è impossibile dire quanti al secondo. Le celle del pomeriggio con il passare del tempo si sono disposte lungo una linea che produce precipitazioni intense, grandine e fulmini.

L’arrivo a Dodge City non è dei più fortunati, infatti tutti i motel e gli alberghi sembrano al completo, tutti i cacciatori si sono rifugiati qui. Al quinto tentativo riusciamo a trovare le ultime cinque camere ad un Econo Lodge.
Poco prima di dormire abbiamo la possibilità di verificare i Storm Reports sul sito del SPC. Ovviamente troviamo con soddisfazione i report del “nostro” tornado di Graham County ma con sorpresa apprendiamo che nella stessa contea sono caduti chicchi di dimensioni più generose rispetto a quelli da noi incontrati, ben due pollici e mezzo, più di 6 centimetri.
Una giornata di caccia entusiasmante, personalmente non potevo chiedere di più ! Abbiamo individuato la cella giusta fin dall’inizio, l’abbiamo vista crescere sotto i nostri occhi, abbiamo visto il tornado, la carovana del doppler, la grandine, sentito il vento impetuoso di inflow sulla nostra pelle … di più sinceramente è difficile.
Gabriele

martedì 22 maggio 2007

Day 16 - Dryline in eastern Colorado

Risveglio all’alba per modo di dire… però alle 8.30 siamo pronti per partire. Infatti dal “late briefing” della sera precedente è evidente che si deve partire presto per raggiungere una dryline che nel pomeriggio dovrebbe posizionarsi nella parte orientale del Colorado. Il nostro vero obiettivo però è di essere pronti domani in Kansas, per quella che sembra ormai da alcuni giorni, essere la nostra migliore giornata di caccia da quando siamo qui nelle Grandi Pianure.
Tutta la mattinata scorre tranquilla nel trasferimento verso sud. Percorriamo le pianure nord/occidentali del South Dakota e quelle orientali del Wyoming, dove colline di terra molto rossa si alternano a distese pianeggianti con cowboy che pascolano le mandrie. Qualche bufalo bruca incessantemente l’erba… il nostro viaggio verso sud ci porta a zigzagare tra i confini di Wyoming, Nebraska e Colorado.
Ci fermiamo per pranzo al Mc Donald di Scottsbluff in Nebraska, dove la cassiera sgrana gli occhi come due girasoli nel momento in cui viene a sapere che veniamo dall’Italia. Gigio cerca di farle capire che veniamo da Venezia ma nulla da fare lei non la conosce !

Nel pomeriggio la convezione ha preso forma ai piedi delle Rocky Mountains in Colorado spostandosi molto lentamente sulle pianure orientali dello stato mentre sulla parte occidentale del Kansas sembra che la situazione sia molto cappata, la convezione stenta a partire. Il cielo è costellato da cumuli, alcuni imponenti e mentre continuiamo lungo le highways del Colorado tocca a Ciccio essere fermato dalla polizia. Questo poliziotto sembra meno scontroso del texano, gli spieghiamo che siamo storm chasers italiani, lui decide di darci un warning (precisando che stavamo andando a 73 miglia all’ora e non a 75 come Ciccio aveva dichiarato) ma alla fine desiste in quanto non riesce a leggere la patente italiana.
La convenzione si organizza su una struttura lineare e come al solito noi ci troviamo sempre al posto giusto. Decidiamo di cacciare un paio di cellette che sembrano le più attive di quella che ora ha l’aspetto di una squall line vera e propria. Il pomeriggio è inoltrato e lo spettacolo è molto appagante, gli outflow delle celle sollevano polveroni enormi che si innalzano a decine di metri dal suolo, i venti alle quote medie che soffiano da sud forniscono alle celle delle magnifiche striature curvate. Perfino una wall cloud si abbassa minacciosa e il Wx segna anche la presenza di abbastanza shear, la rotazione appare anche ad occhio nudo, ma purtroppo non si genera alcun vortice.

Ci manteniamo sempre davanti al fronte temporalesco, le fulminazioni ed il sole al tramonto dietro la squall line creano giochi di luce bellissimi. Ad un certo momento il sole sbuca al di sotto della base delle nubi costellata da forti precipitazioni inclinate da venti di outflow ed infuoca tutta la scena. Lo spettacolo è magnifico e scattiamo foto panoramiche a raffica, difficilmente avevamo visto qualcosa di simile prima d’ora.

Il lento spostamento verso est della squall line ci spinge a spostarci verso il confine con il Kansas, qualche chicco di grandine scende dai cumuli più attivi, l’ultima fermata è per ammirare un’altra cella che il Wx segnala particolarmente attiva. Ormai al buio, i fulmini in lontananza con una frequenza incredibile illuminano quasi a giorno la scena permettendoci di cogliere la presenza di una wall cloud. Ad un certo istante dalla wall cloud appare un abbassamento che potrebbe essere un funnel che dura alcuni minuti.

Guidiamo per altri 30 miglia finché troviamo la connessione per controllare le ultime corse dei modelli e decidere dove è meglio fermarsi per la notte in funzione della giornata di domani. Decidiamo per un Howard Johnson a Goodland dove per la prima volta io e la Silvia riusciamo a trattare con successo con l’addetto dell’hotel che alla fine passa dai 90 $ più tasse ai 70 $ tasse incluse.
Gabriele e Silvia

lunedì 21 maggio 2007

Day 15 - Rodeo e cowboys

Sveglia tardi oggi, prima di mezzogiorno non riusciamo a partire da Glendive, le previsioni non solo delle più favorevoli. Al distributore incontriamo nuovamente Jimmy Deguara e i suoi chasers, ormai è un incontro fisso nelle Great Plains… la scelta del target non è facile oggi, la situazione sinottica è piuttosto complessa con due minimi secondari e fronti annessi che girovagano tra Montana, Wyoming e South Dakota.

Lo Storm Prediction Center emette il solito Convective Outlook del mattino disegnando un’area di Slight Risk sulla parte meridionale del Montana con la possibilità di sviluppo di un paio di supercelle ma con rischio abbastanza basso di tornado.
Decidiamo quindi di ritornare verso ovest, portandoci a Miles City, dove sostiamo per un frugale pranzo all’interno dell’area in cui si stanno svolgendo degli importanti eventi connessi al mondo dei cavalli e dei cowboys. In questi giorni sono confluiti in questa cittadina del Montana i più famosi cowboys degli States e vengono anche venduti in un apposito mercato i migliori cavalli.

Assistiamo ad una prova del rodeo in corso in un’atmosfera prettamente da cowboys. Qui tutti sono vestiti a tema, le macchine che girano nei parcheggi sono assurde come anche i personaggi che si aggirano all’interno dell’area. Giulio, sempre curioso di sperimentare nuove esperienze, decide di provare il Bull Ride, in pratica cavalcare un toro meccanico. L’uomo che “gestisce” l’attrazione, “parte” piano per dargli la possibilità di restare in sella più a lungo, poi ovviamente con l’aumento della velocità, il nostro cowboy cede e finisce al tappeto !

Nel primo pomeriggio sfruttiamo la connessione gentilmente offerta da un Best Western per cercare di definire il nostro target della giornata. Scegliamo di scendere verso sud/est per attendere la convezione a Broadus, un paesino a dir poco sperduto, in stile Far West. Mentre attendiamo fiduciosi lo sviluppo dei cumulonembi, si avvicinano altri cacciatori; sembra quasi impossibile che in questo paesino si possano ritrovare ben tre gruppi. In realtà un gruppo è formato da un unico “personaggio”, un panciuto australiano con la coda di cavallo, i sandali e la camminata trascinata ! Un tipo assurdo… Più normale invece il nutrito gruppo dei neozelandesi. Chiacchieriamo assieme per far passare il tempo, finché si decide di approcciare una cella che però ben presto dimostra poca organizzazione.
Niente da fare, il pomeriggio scorre con scarse possibilità, anche al Wx non si vedono grandi cose in Montana, solo due bow echo interessano la parte occidentale dello stato e l’area di Rapid City (in South Dakota). Scegliamo quindi di scendere ancora verso sud/est, purtroppo ci ritroviamo a cacciare in un’area in cui i dati radar non sono disponibili… il Wx accende una tornado warning nella contea a sud della nostra posizione, ma ciechi del radar non abbiamo la possibilità di cacciare. Riusciamo comunque ad intercettare la supercella, ma la scarsa luminosità ci permette solo di ammirare qualche bel fulmine, la struttura delle nubi accessorie e qualche piccolo chicco di grandine.

Solo in serata apprendiamo, dalla proprietaria del Super 8 di Belle Fourche, che forse la supercella ha fatto un piccolo tornado, ma non vi è alcuna conferma. L’indomani sul giornale invece si parla solo di alcuni funnel avvistati nelle celle di Rapid City.
Ceniamo in un Sports Bar piuttosto carino, dove tutti si rifocillano con birre e steaks (bistecche) e approfittiamo anche per fare una partita a biliardo.
Gabriele e Silvia

domenica 20 maggio 2007

Day 14 - Mesolinea

Di buon mattino due volenterosi podisti Dino e Giulio, approfittano per una corsetta mattiniera esplorando il piccolo paesino di Buffalo che scopriamo così avere circa 3000 abitanti. Dopo colazione partiamo alla volta del Montana, lo stato che confina a nord con il Canada. Il nostro target per la giornata è Billings, la città più popolata dello stato con ben 90.000 abitanti.
Lungo la Intestate abbiamo l’occasione di visitare un luogo che tutti conoscono, diventato tristemente famoso in tutti i film western: si tratta di Little Bighorn Battlefield, il luogo dove si è svolta la più grande battaglia tra gli indiani, i nativi, e l’esercito degli Stati Uniti capeggiato dal generale Custer. La battaglia del 1877 fu vinta dagli indiani e Custer cadde in combattimento; questa battaglia rappresenta l’ultima grande vittoria dei nativi. La vista si perde sulle distese erbose costellate da piccole lapidi allineate, con incisi i nomi dei soldati americani caduti.

Continuiamo il nostro viaggio verso nord ed una volta giunti a Billings pranziamo e riusciamo anche a connetterci per raffinare il nostro target. Lo Storm Prediction Center di Norman ha emesso una Mesoscale DIscussion (discussione della situazione sinottica a mesoscala) che ci aiuta a scegliere meglio la zona di inizio caccia. Il bollettino parla del possibile sviluppo di temporali sulle zone montuose in spostamento verso est ed intensificazione sul terreno più pianeggiante con probabilità di sviluppo di supercelle e strutture ad arco (bow echo). Non ci sono grandi speranze di vedere alcun tornado a causa dello livello piuttosto alto al quale si trova l’LCL (lifting condensation level) ed alla poca umidità nei bassi strati. Decidiamo quindi di spostarci ancora un po’ più a nord per posizionarci esattamente sull’asse della massimo di umidità.

Non passa molto tempo ed ecco che iniziano a formarsi le prime cellette, il segnale del Wx va e viene a causa del terreno molto ondulato. Il paesaggio in questa zona del Montana è diverso da quello che abbiamo apprezzato fino ad ora. Le grandi distese pianeggianti lasciano spazio ad una vegetazione spiccatamente montana, a tratti sembra quasi di vedere qualche paesaggio alpino nostrano. Il Montana è piuttosto montuoso nella parte occidentale, mentre sul settore orientale è decisamente più pianeggiante, per questo non possiamo spingerci più ad ovest, altrimenti la caccia diventerebbe impossibile.
Con il passare del tempo, a metà pomeriggio le celle sembrano organizzarsi lungo una struttura lineare ma stentano a prendere forza; la presenza di un buon shear del vento ci fa ben sperare per questo cerchiamo di seguire da vicino una delle celle più promettenti.
Il primo tentativo va a vuoto, nel senso che la cella non riesce ad organizzarsi, ma dà luogo ad un outflow che si rivelerà in seguito fondamentale. Infatti la convergenza originatasi dall’outflow da nord/ovest ed i venti sinottici al suolo da sud/est fanno esplodere la convezione proprio nella zona da noi battuta. Nel corso di qualche decina di minuti si sviluppano vigorosi updraft e prende vita una supercella all’interno di quella che era diventata ora una mesolinea.

Rimaniamo a bocca aperta mentre scattiamo foto e riprendiamo con le telecamere. Fabio estrae la sua super telecamera (è solo la terza volta che la mette in funzione e quindi tutti pensano che qualcosa di buona deve essere in atto… ). Infatti la rotazione del mesociclone prende vita, le nubi si abbassano con la formazione di una buona wallcloud, magnifiche fulminazioni ed un’illuminazione perfetta rendono la scena incredibilmente fotogenica. Ci troviamo sul lato nord della cella, una posizione inconsueta ma che ci regala delle immagini quasi perfette, manca solo il tornado. Ad un tratto un lowering sembra dare speranza al gruppo, ma non c’è nulla da fare, non ci sono le condizioni per un tornado… manca l’umidità, i dewpoint è solo sui 55 F, troppo poco… se fossimo stati in Kansas…
Lo spettacolo però è ben superiore ad ogni aspettativa e regala emozioni al gruppo. Quando poi il sole fa capolino alle nostre spalle, si forma un arcobaleno completo con tanto di secondo arco che ci accompagnerà per oltre 30 minuti; personalmente non avevo mai visto un arcobaleno con i colori così vivi (anche il viola è nettissimo) e così duraturo. La wall cloud ha dato il meglio di sé proprio sopra le nostre teste… ci muoviamo continuamente verso est per cercare di stare al passo con la mesolinea ma ormai la convezione tende a calare di intensità a causa del mancato riscaldamento solare.

Con il buio arriviamo a Miles City, dove ci attende un’altra coincidenza sfortunata: uno dei rodeo più importanti si svolge proprio qui è quindi non riusciamo a trovare una sistemazione per la notte.
Ceniamo assieme ad altri gruppi di cacciatori internazionali, uno dei quali lo avevamo incontrato con il primo gruppo in Oklahoma. In serata ci avviamo mesti verso Glendive, 70 miglia a nord/est dove ci accoglie il Dayn Inn.
Nonostante la sfortuna serale, siamo felici di come sia andata questa prima giornata di caccia per il secondo gruppo. Tutti sono contenti e le premesse per un ottimo proseguimento ci sono tutte !
Gabriele

sabato 19 maggio 2007

Day 13 - Sempre più a nord

La giornata inizia con la visita al Garden of Gods, delle bizzarre formazioni rocciose di arenaria rossa erose dal vento e dall’acqua. Dal Giardino degli Dei svetta in lontananza a quota 4301 metri quella che è conosciuta come la Montagna dell’America, il Pikes Peak. La montagna è ancora ben innevata alle quote più alte e si può arrivare alla vetta a con un trenino a cremagliera o con una strada di oltre 20 chilometri. A giugno si svolge una delle più famose car e truck race (gare di velocità in salita) degli Stati Uniti.

Il tragitto verso nord continua sull’Interstate che è piuttosto trafficata. Questa zona del Colorado è infatti abbastanza popolata. La strada scorre sull’altopiano ai piedi delle Rocky Mountains e dalla stessa possiamo vedere anche la US Air Force Acedemy. Attraversiamo Denver, la cui skyline scorre alla nostra destra, le corsie dell’Interstate sono sei e sembra di essere ripiombati nella frenesia della civiltà moderna. Personalmente dopo oltre 5000 miglia passati perlopiù nelle grandi pianure con immensi paesaggi desolati, ritrovarmi con le automobili che sfrecciano da tutte le parti mi fa rimpiangere un po’ la tranquillità dei giorni passati. So già che succederà la stessa cosa quando ritorneremo in Italia…

Il traffico mano a mano che ci portiamo a nord cala drasticamente e dopo Fort Collins entriamo in Wyoming che è lo stato meno popolato degli Stati Uniti con poco più di 500.000 abitanti. In effetti questi numeri si mostrano subito dal paesaggio desolato che scorre ai lati della strada. Le praterie ondulate sono costellate da mucche e da antilocapre (delle specie di piccoli daini), qualche cowboy a cavallo al lavoro con la mandria e pochissimi sono i gruppi di case che si incontrano.
La situazione meteo per la giornata di domani che dovrebbe essere la prima di una serie di chase days (giorni di caccia), è la seguente: una bassa pressione situata su Vancouver si sposta lentamente verso est/sud/est con una piccola saccatura che ne percorre la sua parte meridionale. Un debole fronte freddo connesso alla saccatura è atteso in arrivo sul Montana, con la formazione di un debole minimo al suolo sulla parte sud/meridionale dello stato. Purtroppo però quello che manca è l’umidità con i dewpoint che sono previsti sui 35-40 F. I gradienti termici verticali non solo male e le temperature massime previste intorno agli 80 F potrebbero dare luogo ad una moderata instabilità. Staremo a vedere cosa succederà.

Il nostro obiettivo quindi per la giornata odierna è quello di arrivare nella parte settentrionale del Wyoming, in modo tale che domani con un breve tragitto nella mattinata potremmo portarci direttamente nella target zone, la parte centro/meridionale del Montana.
Lungo la strada incontriamo solo un piccolo temporale con qualche fulmine in lontananza, e prima di arrivare alla metà l’unica emozione è data dalla presenza di un daino/capriolo o qualche animale simile fermo sulla corsia di sinistra della Intestate. Per fortuna rimane immobile al nostro passaggio evitando così di finire nelle nostre pance per cena.
Arriviamo al paesino di Buffalo e pernottiamo come al solito al Super 8 con cena da Pizza Hut che si rivela meglio dell’esperienza precedente.
Gabriele

Day 12 - Il ritorno al nord

La giornata inizia con la visita di rito alla Weather Decision Technologies per gli auguri di buon inizio caccia al secondo gruppo e per un piccolo briefing meteo. Oramai i modelli sembrano essere abbastanza confidenti su un buon set-up che ci aspetta all’orizzonte dei 3-4 giorni. La questione è che dobbiamo ritornare negli stati del grande nord, questa volta portandoci più verso ovest; il primo giorno di caccia potrebbe essere sabato prossimo in Montana, questo implica che in due giorni di viaggio dovremo risalire le Grandi Pianure passando attraverso Colorado e Wyoming.

I modelli prevedono l’arrivo di una saccatura abbastanza profonda con un buon shear direzionale del vento accompagnata da un discreto ritorno dell’umidità nelle grandi pianure. Sembra essere un classico set-up da temporali forti che si dovrebbero sviluppare nei pomeriggi/sera grazie al riscaldamento diurno. I temporali potrebbero essere accompagnati da qualche tornado ma con un grande punto interrogativo dovuto alla quantità di umidità disponibile. Il transito dell’ultimo fronte freddo ha praticamente azzerato l’umidità presente nelle Great Plains e abbattuto anche le temperature.

A metà mattinata iniziamo quello che si rivelerà il giorno più lungo, non solo per la quantità di miglia percorse ma anche per il fatto che torniamo ad adottare il fuso orario delle Mountains guadagnando quindi un’ora. Il viaggio scorre tranquillo verso Amarillo, con una piccola deviazione verso Sweetwater, un piccolo paesino che è stato colpito il 5 maggio da un tornado classificato EF3. I danni nel paese sono abbastanza rilevanti sulle poche strutture presenti, la scuola ed alcuni edifici sono rimasti senza tetto, parecchi sono i detriti ed alcuni mezzi ancora sparsi sui campi circostanti. Vediamo all’opera una speciale società che si chiama “Disaster Kleenup” dotata di mezzi ed uomini in grado di intervenire immediatamente dopo il passaggio di un tornado per cercare di riportare alla normalità le comunità colpite.

Continuiamo il nostro viaggio per giungere ad Amarillo la città più grande della Texas Panhandle dove Luigi, che ormai è per tutti Gigio, fa degli acquisti ad un magazzino della Harley Davidson per degli amici in Italia ottenendo uno speciale sconto per italiani in visita in Texas. La sua simpatia ci sta già contagiando, le battute e le risate si sprecano spesso.

La nostra meta però è molto a nord, ma prima di lasciare la I-40 decidiamo di visitare un luogo molto particolare, denominato Cadillac Ranch; si tratta di dieci Cadillac conficcate nel terreno da un artista americano per rendere omaggio al mito della Route 66 che per alcuni tratti coincide ancora con la I-40.
Il viaggio verso nord ci porta ad attraversare tutta la parte settentrionale della Texas Panhandle, l’angolo nord/orientale del New Mexico. La strada sale lentamente di quota ed attraversa zone abbastanza disabitate costellate da vegetazione bassa, paesaggio ondulato, fiori e piante grasse, pompe di petrolio e tantissimi silos per il grano. Nel pomeriggio viaggiamo sotto una debole pioggia continua ma non forte dovuta a dei temporali di calore che si sono sviluppati su questi altopiani. Senza rendercene conto ci ritroviamo a quote intorno ai 2000 metri. Nel tardo pomeriggio, con nuvole bassissime ed ormai con la luce che sta svanendo passiamo accanto ad un piccolo vulcano spento che purtroppo per scarsa visibilità non possiamo visitare. Tiriamo dritto verso quello che viene chiamato passo, siamo a 2370 metri, ma non ce ne rendiamo conto la strada continua ampia in mezzo ad un paesaggio collinare che ci porta dal New Mexico in Colorado.
Sono ormai le nove di sera ed iniziamo quella che sarà la ricerca più lunga dell’alloggio per la notte a causa di due inattese coincidenze. Infatti nel primo paese in cui proviamo a cercare il motel, tutte le stanze sono occupate dagli operai che stanno lavorando in queste zone alle condutture del gas. Approfittiamo allora per riempire lo stomaco in un buon ristorante messicano. Qui Gigio dà spettacolo con il cameriere che è di origine italiana. Il ragazzo sembra molto interessato alle scarpe Lotto di Luigi che inizia una serrata trattativa per uno scambio commerciale, cibo in cambio delle scarpe. Purtroppo il numero non corrisponde e quindi non se ne fa nulla, ma le risate abbondano nella tavolata.
La ricerca del motel continua inutilmente anche nel grosso paese successivo, Pueblo, dove scopriamo che tutti i molti alberghi sono al completo per un importante evento di baseball ed un grosso raduno di trucks, questa sì che è sfortuna ! Non ci era mai capitato prima… l’unica speranza è rappresentata da Colorado Springs una città importante ai piedi delle Rocky Mountains. Ci arriviamo dopo mezzanotte e troviamo un’ottima sistemazione al Days Inn.
Gabriele

giovedì 17 maggio 2007

Day 11 - Arrivi e partenze

La mattina si apre con la visita al National Weather Center (NWC) a Norman. Guidati da Bill e da un suo amico J.J. ricercatore del National Severe Storm Laboratory, visitiamo il gotha della meteorologia mondiale. In un complesso di edifici completati solo poco più di un anno fa, sono riuniti i principali istituti di ricerca e gli uffici di previsione meteorologica degli Stati Uniti.

All’interno del NWC lavorano circa 500 persone e gli enti che qui raggruppati sono: il National Weather Service, lo Storm Prediction Center (SPC), il National Severe Storm Laboratory (NSSL), la scuola di meteorologia dell’Università dell’Oklahoma.
J.J. ci spiega che qui vengono realizzate le previsione per l’intero territorio degli Stati Uniti ed emessi tutti gli avvisi (watches) e allerta (warnings) di cui noi ogni giorno ci cibiamo per la previsione della target area di caccia. Lavorare qui sarebbe un sogno per alcuni di noi che si affrettano a raccogliere tutta la documentazione possibile.

L’aereo però ci aspetta per le 15, quindi dobbiamo pensare a rientrare verso Oklahoma City. I partecipanti del primo turno salutano il nostro Bill dopo aver gustato tutti assieme un bel buffet “all you can eat” (puoi mangiare quanto vuoi paghi sempre lo stesso…) e ci dirigiamo in aeroporto.
Per fortuna ritroviamo le valigie degli ultimi arrivati che quindi possono affrontare il tour in tutta tranquillità. Alberto ritira il suo bagaglio, effettuiamo il check-in e tutte le foto di rito del super gruppone.
Grandi abbracci e scambi di auguri tra tutti… ormai anche il secondo gruppo, dopo la sfaticata del viaggio di arrivo, ha iniziato ad entrare nel vivo della vita americana, grazie anche ai preziosi suggerimenti di Roberta, Ale, Carlo, Michela… oramai siamo come una grande famiglia !

Ci salutiamo con un pizzico di malinconia, con la promessa che presto ci ritroveremo tutti assieme in Italia per un bel raduno ed una bella mangiata da qualche parte.
Noi torniamo verso Norman, oggi decidiamo per una giornata di pausa e riposo. Scegliamo questa volta il Motel Super 8 che ancora non ci ha mai tradito ed infatti si rivela una buona scelta. Ci mettiamo subito all’opera e prendiamo d’assalto la lavatrice e l’asciugatrice formato gigante lavando la biancheria della truppa, con ottimi risultati.

Per cena Bill e Chip ci accompagnano da Bayou, un ristorante dove assaggiamo la cucina Cajun della Louisiana. In serata ci raggiunge anche J.J. e trascorriamo un paio d’ore di sana allegria alimentati dai cibi piuttosto piccanti che lasciano senza fiato Dino e Giulio. Giulio sembra essere un buon erede di Alessandro l’onnivoro, vedremo come andrà a finire !
Personalmente sono molto soddisfatto di come sia trascorsa questa prima metà del viaggio… abbiamo percorso più di 4.000 miglia, vissuti momenti di allegria, qualche bella caccia e se anche non abbiamo avuto la possibilità di cacciare nelle situazioni migliori ci siamo divertiti alla grande. Vivere a contatto persone simpatiche e piene di energie è il massimo che si possa chiedere, grazie ragazzi. Gloria, Michela, Roberta, Alberto, Alessandro, Carlo… siete stati grandi !
Gabriele

mercoledì 16 maggio 2007

Day 10 - Greensbourg

La giornata inizia sotto un vento fresco ed alcune gocce di pioggia. Il passaggio del fronte freddo ha completamente cambiato il clima; siamo passati da temperature sopra i 25°C ai 10-15°C di stamane. Negli States tutto è amplificato e i cambiamenti del tempo, il passaggio dei fronti e delle perturbazioni sono veramente come si studiano sui libri. Il vento di inflow sotto alle celle è veramente caldo, quello di outflow è fresco, il vento è Vento con la V maiuscola. Gli spazi immensi e l’orizzonte quasi sempre libero permettono di apprezzare completamente la disposizione di una squall-line, o di scorgere le torri cumuliformi a distanze incredibili. Spesso durante questo viaggio ci siamo ritrovati a scommettere quanto lontano fossero le strutture che apparivano di volta in volta all’orizzonte.
Oggi giornata di rientro in patria, diciamo la nostra patria acquisita, Norman in Oklahoma, che rappresenta la nostra base. Domani pomeriggio i ragazzi del primo turno prenderanno l’aereo per rientrare in Italia, mentre già sono in viaggio i partecipanti del secondo turno. Viaggiamo accompagnati da un cielo inizialmente nuvoloso (siamo dietro al fronte) che ben presto nel corso della mattinata diventa sempre più sereno, in quanto il fronte ha accelerato molto il suo moto verso sud-est portandosi sugli Stati Uniti orientali.

A metà mattinata ci fermiamo per un briefing: alcuni dei ragazzi che domani partiranno, manifestano la volontà di vedere i danni del tornado EF5 di Greensbourg in Kansas. Purtroppo alcuni giorni fa, a causa di una caccia inattesa, la visita è saltata. La deviazione però implica 200 miglia in più, cosicché si decide di dividersi. Il VAN procede per Oklahoma City anche perché dobbiamo lavarlo approfonditamente, passare a prendere Silvia a Norman ed andare in aeroporto a prendere i nuovi arrivati.

Il SUV allora devia per Greensbourg dove i ragazzi per una sfortunata coincidenza (aprendo la porta posteriore della macchina viene lievissimamente ammaccata la fiancata del vicino di parcheggio) fanno conoscenza con un abitante del paese. La questione si risolve in un attimo ed una volta chiarita la nostra presenza in quei luoghi l’uomo si dimostra subito molto gentile e disponibile ad accompagnare la truppa dentro il paese, procurando uno speciale pass. I controlli sono severissimi e senza l’aiuto di Scott non si sarebbero potuti rendere conto di nulla.
Nel frattempo noi siamo arrivati a Norman e i partecipanti del secondo gruppo ci hanno fatto sapere che causa maltempo su Chicago, il loro volo era stato cancellato e spostato prima su Kansas City poi su Denver, con il risultato che sarebbero arrivati a mezzanotte. Peccato perché così è saltata la cena comunitaria.
Verso sera i visitatori di Greensbourg si ricongiungono a noi e ceniamo con Bill ed Andrew da Cattlemen’s ad Oklahoma City. Un solo commento per le speciali bistecche che ci vengono recapitate sui tavoli: spettacolo per gli occhi e delizia per la gola!
Durante la cena i ragazzi ci raccontano la desolazione che hanno incontrato nei luoghi devastati dal tornado, le parole difficilmente possono rendere le tremende immagini che sono rimaste impresse nelle loro menti. Gli alberi scartocciati, le case anche in muratura rase al suolo, cumuli di macerie ovunque, nulla è più distinguibile, non c’è più il mio né il tuo... tristezza ed impressione traspare dai loro racconti, si sono sentiti quasi sospesi in un mondo assurdo.

In tarda serata, ci spostiamo in aeroporto per accogliere tutti assieme i nuovi arrivati: Valentina, Luigi, Giulio e Dino. Purtroppo a causa dei ritardi e delle cancellazioni tutte le valigie non sono arrivate in aeroporto e quindi siamo costretti ad effettuare altri reclami però quasi certi che il giorno successivo sarebbero arrivati. Un’insospettata news è rappresentata dal ritrovamento della valigia di Alberto, che così, può riportarla in Italia completamente intatta!

Gabriele

Day 9 - Il fronte freddo

Oggi ultima giornata di caccia nelle Great Plains per il primo turno !! Il fronte freddo è disposto lungo South Dakota, Minnesota e Canada e nel corso della giornata odierna si sposterà verso sud-est percorrendo le Great Plains in particolare Nebraska, Iowa, Kansas. Il nostro target per la giornata è Lincoln in Nebraska dove nel pomeriggio dovrebbe svilupparsi la convezione connessa con il transito del fronte. Alberto appena esce dal motel e punta il naso all’insù appare subito molto depresso dall’aspetto del cielo e continua per tutta la mattina a parlare di frontolisi (disfacimento del fronte). La nostra target area però è distante parecchie miglia ed avrà modo di ricredersi nella seconda parte della giornata.
Partenza quindi da Sioux Falls in North Dakota alle 11.30. A Sioux City lasciamo il South Dakota ed entriamo in Iowa, lo stato appoggiato sulla sponda sinistra del Missouri. Ci rimaniamo fino ad Omaha per poi attraversare nuovamente il Missouri e dirigerci verso Lincoln in Nebraska. E’ primo pomeriggio quando l’arrivo del fronte inizia a farsi vedere con le prime torri che si sviluppano alla nostra destra mentre percorriamo l’Interstate 80.

Ci fermiamo un paio di volte per controllare gli ultimi dati con la connessione wi-fi ovunque disponibile presso i motels, i fast-food e le stazioni di servizio. L’aria è calda, ci troviamo nell’inflow delle varie celle iniziano ad allinearsi lungo quella che diverrà una lunghissima squall line (linea di rovesci e temporali); controlliamo l’orizzonto ed ecco spuntare dei gustando sui campi arati (si tratta di grossi mulinelli di polvere dei campi sollevata dalle raffiche di vento). I dati radar che il Wx ci mostra purtroppo non lasciano grandi speranze per una convezione esplosiva, piuttosto potremmo aspettarci delle belle shelf con un bel po’ di vento di outflow.
Decidiamo di puntare su quelle che sembrano le celle più attive del momento, lasciamo l’interstate e ci dirigiamo verso sud. Da questo momento in poi la caccia continuerà fino a sera, con la sosta per cena al McDonald.

La squall-line dà il meglio di sé proprio nelle zone da noi percorse, ci fermiamo varie volte per scattare fotografie e riprendere con le videocamere, mantenendo sempre una posizione frontale rispetto alla cella (in questo modo abbiamo un’ottima visibilità, una posizione sicura e non prendiamo nemmeno una goccia d’acqua). Anche oggi viviamo delle belle emozioni, le raffiche del vento di outflow (è il flusso d’aria fresca che cade dalla sommità dei temporali e che una volta giunto al suolo si espande in tutte le direzioni) sono potenti, l’aria è umidissima e profuma di pioggia, i colori delle nubi che precedono e seguono il transito della shelf cloud sono fantastici. Bianco, verde, viola, turchese: il verde dell’area interessata dalla grandine è semplicemente incredibile… il Sole semi nascosto dietro le nubi in lontananza illumina la scena donando colorazioni rosate alle nuvole.

Il vento è talmente forte che risulta difficile piazzare i cavalletti con la nostra attrezzatura fotografica, Marko e Alberto continuano a scattare foto presi dall’euforia, ma occorre spostarsi per mantenere la nostra posizione privilegiata davanti alla squall-line evitando quindi acqua e grandine!!
Il Wx mostra dei mesocicloni (rotazione della colonna d’aria) in alcune celle, c’è abbastanza shear ma non tanto per permettere la formazione di qualche vortice; si fa sera, la luce cala, siamo costretti ad attraversare una cella piuttosto attiva che ci regala un bel po’ di acqua, ma niente grandine purtroppo. E’ buio e sono le 21.00, decidiamo di mangiare un boccone al volo al solito Mc Donald’s per goderci in pieno lo spettacolo serale dei fulmini.

Riprendiamo il nostro viaggio in direzione sud verso Salina, in Kansas. Percorriamo una strada nel buio completamente deserta e ci fermiamo su un leggero dosso. Fa freddo ed è pieno di insetti pelosi che ronzano attorno alle luci della macchina. Lo spettacolo è meraviglioso, i fulmini (quasi tutti del tipo nube-nube) e la luce diffusa dalle nuvole illuminano a giorno la pianura e fanno intravedere una maestosa shelf cloud sopra le nostre teste.

La caccia serale regala emozioni particolari nelle strade deserte delle Great Plains, il buio, i fari della macchina che illuminano la strada, il silenzio che ci circonda creano un’atmosfera unica, impossibile da rendere con le parole. E’ difficile decidere di spostarci, ma dopo un po’ dobbiamo per forza andarcene se non vogliamo riprenderci la pioggia e ripartiamo in direzione di Salina dove pernotteremo al Best Western.
Roberta e Gabriele

lunedì 14 maggio 2007

Day 8 - Bust

Oggi giorno di caccia mancata, siamo partiti da Brooking in South Dakota in direzione nord verso Fargo in North Dakota (240 miglia) in quanto le mappe segnalavano il 50% di possibilità del verificarsi di una piccola supercella che invece si è trasformata in un bust (nulla di fatto!!).
Abbiamo percorso le nostre amiche e compagne di viaggio Great Plains che ci hanno regalato un paesaggio ricco di laghi e zone palustri con vegetazione simile alla Pianura Padana. Visto che la caccia è andata a buca abbiamo consultato la guida Lonley Planet in cerca di una valida alternativa, per scoprire che il North Dakota è il paese meno turistico degli USA e che di fatto non c’è niente se non l’antenna televisiva più alta del mondo (640 metri circa). Ovviamente andiamo in cerca “dell’attrazione” e dopo un breve girovagare ecco che dal nulla svetta! Eh sì, è veramente alta!! Fa molto caldo.
Proseguiamo il viaggio ritornando a sud verso Fargo per dirigersi poi a Sioux Falls, in South Dakota dove domani è previsto l’arrivo di un fronte freddo che potrebbe riservarci sorprese!
Roberta

domenica 13 maggio 2007

Day 7 - I presidenti

Aneddoto della sera precedente: ci siamo fermati al primo albergo che avevamo incontrato il Best Western ed è risultato troppo costoso, poi, siamo andati al Super8, Gabriele e County (Andrea) hanno chiesto come sempre se erano disponibili delle camere, se c’era la wi-fi, avevano dato un’occhiata alle stanze, e cercato di contrattare come ogni sera con le signorine della reception… insomma le solite domande di rito… ormai era tardi, tutti stanchi, più di 500 miglia (800km) sulle spalle. Scelto il Super8… County, prima di uscire dalla reception, con l’ultimo residuo di entusiasmo della giornata, chiede alle signorine: Excuse me, where are the Presidents? (Scusi, dove sono i Presidenti?) E la signorina: Which Presidents? (Quali Presidenti?). Ma come quali presidenti?!?? Non sto a raccontarvi il momento di smarrimento di County alla risposta della signorina e le risate a crepapelle della truppa.

Comunque, i Presidenti ovviamente ci sono sul monte Rushmore… è mattina, si parte e dopo appena due miglia vediamo spuntare in una parete di granito delle Black Hills i 4 faccioni (alti 18 metri) illuminati dal sole di G.Washington, T. Jefferson, A. Lincoln e T. Roosevelt.
Qualche foto e si prosegue sulla strada immersa tra le foreste di pini (veramente suggestive), i laghetti immersi nel verde, incontriamo cavalli, mucche, e anche un bisonte!!!

Poche miglia più avanti, riusciamo anche a vedere il monumento più grande del mondo, il Crazy Horse Memorial (Monumento a Cavallo Pazzo). La scultura, alta 172 metri, iniziata alla fine degli anni ’40, deve essere ancora completata e rappresenta (o meglio rappresenterà) il capo dei Lakota Sioux (per i quali, queste montagne rappresentavano una sacra dimora, ricca di significati spirituali e di memorie ancestrali) seduto sul suo cavallo che indica l’orizzonte come se dicesse: ‘la mia terra è là dove sono sepolti i miei morti’.
La situazione meteorologica è piuttosto piatta, siamo sul bordo settentrionale di un ridge (un’alta pressione) e l’unica possibilità per lo sviluppo di qualche temporale interessante lo Storm Prediction Center la intravede o molto ad ovest, in Montana o molto ad est, in Minnesota.
Dopo il consueto briefing del risveglio, ci fermiamo un’altra volta vicino ad un Days Inn per “succhiare la wireless” e ci connettiamo per gli ultimi aggiornamenti dei modelli.
Escludiamo di andare ad ovest per due motivi: il terreno si farebbe troppo montuoso e quindi l’eventuale caccia difficoltosa inoltre è previsto che si svilupperà solo qualche temporale sulle montagne che potrebbe sconfinare in pianura.
L’alternativa è rappresentata da un viaggio verso est, verso il confine con il Minnesota. Per la giornata di domani i parametri termodinamici, gli indici ed il flusso nei bassi livelli non sono male ma la questione cruciale è se l’inversione determinata dall’alta pressione si eroderà oppure no.
In pratica potremmo avere un’altra giornata di cielo quasi sereno e quindi rischiare quello che in gergo viene chiamata un “bust da cap”, ossia una caccia mancata per la non rottura dell’inversione oppure se le cose dovessero andare bene, assistere alla formazione di qualche piccola supercella.
La scelta di andare verso est è però guidata anche da altri tre fattori: la giornata seguente domani si potrebbe cacciare lungo il fronte freddo che si formerà sul confine tra Iowa e Minnesota, la necessità di riavvicinarsi ad Oklahoma dove dovremmo essere il 15 sera ed il fatto che il Doppler On Wheel con tutta la carovana e Joshua Wurman si sono spostati anche loro in Iowa a Sioux Falls, segno che qualcosa potrebbe succedere.
Per chi non lo sapesse il Doppler On Wheel è un camion con un radar doppler accompagnato da altri veicoli super attrezzati per la caccia ai tornado ed anche dal TIV (Tornado Intercept Vehicle). Il team è un famosissimo gruppo di ricercatori americani che lavorano sul campo tutta la stagione, cercando di raccogliere preziosi dati ed informazioni sulla formazione dei tornado, chissà che non riusciamo ad incontrarli, sarebbe una cosa veramente interessante.

La giornata nel pomeriggio continua nel viaggio verso est, con soste per rifornimenti di vario genere. Ci fermiamo per dormire a Brookings 40 miglia a nord di Sioux Falls, la capitale del South Dakota.
Michela e Gabriele