Le lezioni sono molto interessanti e sono accompagnate anche da esercitazioni pratiche come diverse fasciature e persino da due test a risposta multipla finali.
Una volta ritornati alla base abbiamo tutto il tempo per un pranzo seduti con le gambe sotto un tavolo, cosa che non sempre succede e poi siamo subito operativi per ricominciare con altri lavori sul nostro veicolo l'Hummer H3.
Gino si occupa della verniciatura, in quanto si è deciso di riprodurre due grandi V con il numero 2 sui due lati dell'Hummer. La sigla V2 sta proprio per VORTEX2. Viene completata anche la colorazione "a spirale" sulle due barre sopra il tetto che sostengono e rendono molto stabile la strumentazione installata sul palo anteriore.
Si tratta di un anemometro e di un sensore di temperatura. Questi due strumenti collezioneranno dati in continuo nel momento in cui ogni giorno inizierà la missione.
La giornata è molto "busy", occupata. Alle 17 siamo nuovamente tutti al National Weather Center per un briefing tecnico per tutti i partecipanti. Viene illustrato ad esempio come si svolgerà una giornata tipo. Dalle 9 alle 10 i responsabili del progetto che sono sette scienziati si incontrano in un meeting "a porte chiuse" per decidere il POD (Plan Of the Day, il piano del giorno). Dalle 10 alle 11, il piano viene spiegato a tutti i partecipanti in un incontro pubblico dove viene mostrata anche la situazione meteo prevista e deciso il target (ossia la zona in cui nel pomeriggio potrebbero essere previsti temporali) e comunicata l'ora entro la quale tutti gli equipaggi dovranno trovarsi pronti. Solitamente, se la giornata è ON (ossia se sono previste operazioni sul campo) ogni veicolo è libero di disporre del tempo disponibile come meglio crede prima di raggiungere il target.
Durante il briefing viene anche spiegato che tutti noi non siamo qui per fare dello storm chasing, ossia per cacciare i temporali, ma siamo qui per far parte di una missione scientifica, la più importante in assoluto degli ultimi anni. L'obiettivo primario sarà la raccolta di dati, del più vasto set di dati mai raccolto prima sui temporali a supercella, ossia i temporali che ruotano e che sono in grado di generare i tornado. Viene spiegata anche quanto complessa è la faccenda delle prenotazione delle camere e vengono forniti dei suggerimenti sugli argomenti rifornimenti, cibo e "bisogni" durante il ferry ossia lo spostamento verso il target.
Prima di cena c'è ancora tempo per un'altra ora di lavoro e poi tutti attorno ad un tavolo per una cena frugale ed un briefing tecnico del nostro gruppo (circa 24 persone comprese una troupe di Weather Channel che ci seguirà 24 ore al giorno). Punto per punto vengono illustrati in maggiore dettaglio le operazioni del primo giorno in cui non è previstà alcuna significativa operazione sul campo. Dovremo testare tutta la strumentazione, in particolare i pod e per iniziare a familiarizzare con le operazioni di posizionamento degli stessi, di raccolta dati e di documentazione. Vengono assegnati anche compiti particolari come quello di organizzare ogni giorno l'ufficio mobile (interno al nostro gruppo) e di attrezzare la sala multimediale per i briefing meteo che si terranno tutti i giorni alle ore 10 e saranno aperti a tutti i partecipanti.
Fotografie di Gino De Grandis
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