VORTEX2: 17 maggio 2009 - giorno 8. Operazioni previste sul campo: nessuna.
Miglia percorse oggi: 0. Miglia totali: 2172.
L'assolato weekend ha permesso a tutta la truppa di ricaricare le batterie con delle lunghe dormite e riempire le valigie di vestiti puliti. Per la prima volta dopo quindici giorni non abbiamo puntato la sveglia alla solita ora ed abbiamo dormito ad libitum. Il briefing della domenica e' stato sostituito da una relazione tecnica curata da studenti delle Universita' della Pennsilvenia e del Texas.
E' stato dato un primo assaggio dei dati raccolti durante le prime tre missioni. Si e' trattato principalmente dei dati delle mesonet, delle sticknet, ossia dei treppiedi dotati di strumentazione meteorologica che vengono posizionati a circa 1 km di distanza uno dall'altro, dei disdrometri che misurano in pratica la dimensione delle gocce e di qualche immagine radar.
Sicuramente la terza missione, quella sulla squall line e' stata dal punto di vista scientifico la piu' interessante in quanto ha garantito ai coordinatori sul campo il tempo necessario per posizionare correttamente tutti gli strumenti come ad esempio i radar lungo una linea immaginaria parallela alla squall line e le sticknet che richiedono almeno un'ora per essere posizionate tutte. Sono stati raccolti dati con un dettaglio senza precedenti su una squall line.
Il problema principale del VORTEX2 e' che richiede tempi di dislocazione degli strumenti non proprio immediati e quindi la scelta del target diventa fondamentale.
La scelta avviene a porte chiuse, in un meeting tra i Principal Investigators tra le 9 e le 10. Ci sono dei vincoli che possono pesare sulla scelta finale ed uno di questi e' la rete stradale ossia la disponibilita' di un reticolo stradale abbastanza regolare adatto al posizionamento di tutti i veicoli.
Nel caso specifico dell'ultima missione i target possibili erano tre: uno verso nord-est diciamo nella parte nord-orientale del Kansas, il secondo nel nord-ovest Oklahoma e il terzo nella Texas Panhandle. La prima opzione e' stata scartata per l'eccessiva distanza mentre e' stato preferito l'Oklahoma per la rete stradale decisamente migliore rispetto a quella disponiile nella parte orientale della Texas panhandle.
Miglia percorse oggi: 0. Miglia totali: 2172.
L'assolato weekend ha permesso a tutta la truppa di ricaricare le batterie con delle lunghe dormite e riempire le valigie di vestiti puliti. Per la prima volta dopo quindici giorni non abbiamo puntato la sveglia alla solita ora ed abbiamo dormito ad libitum. Il briefing della domenica e' stato sostituito da una relazione tecnica curata da studenti delle Universita' della Pennsilvenia e del Texas.
E' stato dato un primo assaggio dei dati raccolti durante le prime tre missioni. Si e' trattato principalmente dei dati delle mesonet, delle sticknet, ossia dei treppiedi dotati di strumentazione meteorologica che vengono posizionati a circa 1 km di distanza uno dall'altro, dei disdrometri che misurano in pratica la dimensione delle gocce e di qualche immagine radar.
Sicuramente la terza missione, quella sulla squall line e' stata dal punto di vista scientifico la piu' interessante in quanto ha garantito ai coordinatori sul campo il tempo necessario per posizionare correttamente tutti gli strumenti come ad esempio i radar lungo una linea immaginaria parallela alla squall line e le sticknet che richiedono almeno un'ora per essere posizionate tutte. Sono stati raccolti dati con un dettaglio senza precedenti su una squall line.
Il problema principale del VORTEX2 e' che richiede tempi di dislocazione degli strumenti non proprio immediati e quindi la scelta del target diventa fondamentale.
La scelta avviene a porte chiuse, in un meeting tra i Principal Investigators tra le 9 e le 10. Ci sono dei vincoli che possono pesare sulla scelta finale ed uno di questi e' la rete stradale ossia la disponibilita' di un reticolo stradale abbastanza regolare adatto al posizionamento di tutti i veicoli.
Nel caso specifico dell'ultima missione i target possibili erano tre: uno verso nord-est diciamo nella parte nord-orientale del Kansas, il secondo nel nord-ovest Oklahoma e il terzo nella Texas Panhandle. La prima opzione e' stata scartata per l'eccessiva distanza mentre e' stato preferito l'Oklahoma per la rete stradale decisamente migliore rispetto a quella disponiile nella parte orientale della Texas panhandle.
Ma vediamo più in dettaglio quando invece successo nella seconda missione, quella del 13 maggio con le supercelle dell'Oklahoma, in modo tale da dare ai nostri lettori una visione più dettagliata e dall'interno del progetto VORTEX2 e delle operazioni sul campo.
Al briefing del mattino del giorno del 13 maggio la situazione meteo per il pomeriggio doveva vedere i temporali svilupparsi lungo il fronte freddo in spostamento nella parte settentrionale dell'Oklahoma. Il piano era quello di anticipare la convezione sulla parte più occidentale della linea di temporali in prossimità del bordo occidentale di un'area di alta umidità presente in Oklahoma. Si pensava che le prime celle potessero diventare subito supercellulari per poi evolvere in breve tempo in una linea piuttosto compatta. Tuttavia l'idea che i temporali più occidentali avessero le maggiori probabilità di rimanere per qualche tempo di natura supercellulare e quindi possibili oggetto di investigazione ha influenzato le decisioni del resto della giornata. In pratica alcuni temporali hanno mantenuta la natura supercellulare per un tempo piuttosto lungo nella parte nord-orientale dell'Oklahoma divenendo anche tornadici.
I temporali si sono formati lungo il fronte freddo in un ambiente caratterizzato alto CAPE (instabilità) ma da debole shear (che significa avere poca differenza nella velocità e direzione del vento tra il suolo e la media troposfera).
Il primo intercettamento è stato tentato su una coppia di updraft abbastanza giovani. Le celle che si formavano sulla flanking line (la parte più meridionale della linea convettiva) continuavano a fondersi con il temporale principale facendo in modo che tutto il sistema avesse una propagazione verso sud piuttosto che verso est.
Il temporale è successivamente evoluto in una debole supercella ad alte precipitazioni con la parte più interessante sul margine nord-orientale di un'area piuttosto vasta di moti ascendenti; qui si era sviluppata una circolazione mesociclonica in quota mentre in prossimità del suolo la rotazione e la convergenza rimanevano piuttosto deboli. La struttura piuttosto inusuale e la propagazione verso sud ha limitato molto la capacità di raccogliere dati in base allo stato delle operazioni di coordinamento e dei piani di dislocazione delle strumentazioni; tuttavia questa missione ha offerto una grande opportunità per identificare le questioni logistiche e tacciche che devono essere migliorare.
In prossimità di Greenfield and Geary si è poi osservata una moderata convergenza e rotazione nella scansione più bassa di uno dei Doppler On Wheel ma con una scarsa consistenza spaziale e temporale. Il temporale ha prodotto occasionalmente anche grandine fino a 6 cm di diametro danneggiando dei parabrezza di alcune mesonet del NSSL.
Alle 8.45 della sera la missione è terminata a causa dell'oscurità con il temporale che mostrava una struttura debole supercellulare. Più tardi la supercella si è intensificata in prossimità di Anadarko producendo dei danni attribuibili ad un tornado.
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